domenica 12 Gen 2025

Ufficio Scuola

Siamo ancora liberi con lo smartphone in mano? Week end per studenti organizzato dall’Ufficio Scuola e pastorale scolastica

Smartphone, social network, immagini da condividere. Siamo davvero liberi in questa realtà connessa o ci lasciamo imprigionare? E ancora: ciò che mostriamo rappresenta davvero chi siamo? Sono state queste le domande al centro del Weekend degli Studenti, un’occasione speciale che ha coinvolto circa 60 ragazzi tra gli alunni delle scuole superiori della Diocesi.

Un weekend diverso dal solito, fatto di momenti di riflessione, confronto e condivisione. Attraverso l’aiuto di esperti, testimonianze di vita vissuta e attività coinvolgenti, noi ragazzi abbiamo esplorato temi profondi e attuali: la libertà, l’identità e il valore della comunicazione autentica.

Un viaggio tra sociologia, fede e psicologia che ha lasciato un segno nei cuori di chi ha partecipato.

“Siamo davvero liberi con lo smartphone in mano?” È stata questa la provocazione che ha aperto il primo momento del weekend: un incontro di carattere sociologico dedicato all’uso consapevole dei social e delle nuove tecnologie, a cura del prof. Marco Brusati, attualmente docente presso l’Università degli Studi di Firenze nel master ‘Pubblicità, comunicazione e creazione di eventi’, ha progettato e diretto oltre 100 eventi ecclesiali nazionali ed internazionali, oltre una decina di incontri papali.

Abbiamo riflettuto sull’impatto che la tecnologia ha nelle nostre vite, tra opportunità e rischi, confrontandosi su come sia possibile ritrovare equilibrio e libertà.

Con il telefono siamo esattamente come pesci in un acquario, se non siamo coscienti che esiste il mare oltre quei vetri rimarremo convinti che sia la realtà.

Noi usiamo la rete, i social, per comunicare con gli altri; apriamo relazioni che, esattamente come quelle reali, sono destinate a cambiarci o, quantomeno, a influenzarci. Entrano in gioco, quindi, meccaniche psicosociali come la Fear of missing out (paura di rimanere fuori) o la sindrome da pecora nera o corvo bianco che ci portano alla domanda: “Agisco, mi piacciono determinate cose perché SO oppure perchè CREDO lo stesso valga anche per gli altri?”.

Online possiamo avere milioni se non miliardi di “amici” ma degli studi dimostrano che il nostro cervello è impossibilitato a conoscerne più di 150. Ci è stato quindi posto un interrogativo: “A chi chiederesti aiuto in caso di bisogno? A chi affideresti la tua vita?”. Solitamente sui social definiamo la generazione dei nostri genitori boomer e cringe: eppure probabilmente sono le prime persone a cui abbiamo pensato, sicuramente non ad amici online o a persone che non abbiamo mai incontrato fisicamente.

Concluso il primo momento sociologico, abbiamo vissuto un momento artistico musicale. Grazie alla testimonianza musicale di Piero Battery e King David ci è stata data la possibilità di toccare con mano la fede. Le forti emozioni, che entrambi gli artisti sono riusciti a comunicare, hanno fatto breccia nel cuore di tutti.

Con la gioia e la vivacità della musica sia Piero che King sono riusciti a coinvolgere giovani e adulti; gen z, millennials e boomers uniti dalla musica, ma soprattutto dalla gioia dell’incontro con Dio che ci cambia e ci trasforma, come cantano nei testi delle loro canzoni entrambi gli artisti:

“La pluie peut tomber mais je ne pleurerai pas même quand vient l’orage Le soleil se levera toujours ne laisse personne te decourager si tu as un probleme Dieu t’eclairera”

[può cadere la pioggia ma non piangerò nemmeno quando arriva la tempesta Il sole sorgerà sempre non lasciare che nessuno ti scoraggi se hai un problema Dio ti illuminerà] –Piero Battery

“Tu m’as pris par la main pour me montrer la route – Je veux vivre dans tes voies et laisser tourner la roue”

[Mi hai preso per mano per mostrarmi la strada- Voglio vivere nelle tue vie e lasciare girare la ruota]            -king David

Tra Gospel, pop, rap e hip hop ci siamo divertiti ballando e cantando sulle note della Christian music (in un mondo in cui siamo abituati a ben altri tipi di testo).

Conclusa la giornata di sabato, abbiamo vissuto il terzo e ultimo momento con la psicologa Rosa IlGrande (Rosi) che ha iniziato l’incontro mostrandoci i lavori di Masaru Emoto, un ricercatore giapponese noto per i suoi studi sulla relazione tra pensieri, parole, vibrazioni sonore e l’acqua. Secondo le sue teorie, le molecole d’acqua cambiano forma e struttura in risposta a stimoli esterni come parole positive, musica armoniosa o pensieri gentili, producendo cristalli d’acqua esteticamente belli e simmetrici. Al contrario, parole negative o vibrazioni dissonanti porterebbero a formazioni caotiche e irregolari.

La riflessione si è aperta con l’interrogativo “Siamo o ci rappresentiamo?”: Spesso usiamo delle maschere per rapportarci agli altri, sui social usiamo filtri, account diversi; in tal caso la rete può diventare un pretesto per nasconderci o un’occasione per mostrarci per quello che siamo realmente.

Ci è stata proposta infine, un’attività sulla comunicazione autentica con gli altri. Ci siamo divisi in coppie, seduti a terra l’uno di fronte all’altro ad occhi chiusi col contatto delle sole mani dovevamo comunicare alla persona di fronte a noi l’emozione che ci veniva suggerita. Un’occasione per guardarsi dentro, comprendere meglio sé stessi e riscoprire la bellezza delle relazioni vere, al di là delle apparenze.

A tal proposito, molto significativa è stata la visione di “The butterfly circus” un cortometraggio il cui protagonista, Will, scopre che il suo peggior difetto, la sua peggiore fragilità era in realtà il suo punto di forza, la sua opportunità più grande.

Nel corso della storia Will scopre che in tutti noi ci sono difetti, imperfezioni, anche gli altri membri del circo hanno sofferto quasi quanto lui. Particolarmente significativa ed emozionante, la frase che gli rivolge Mendez, il direttore del circo: “Più dura è la lotta, più grande è il trionfo”.

Si riportano di seguito i feedback raccolti a fine esperienza:

Studenti: “È stata un’esperienza formativa interessante e stimolante. Abbiamo trattato argomenti che ci toccano da vicino e che quindi dobbiamo conoscere per utilizzare consapevolmente gli strumenti che abbiamo. Siamo senza parole, è stato un divertimento inaspettato ed è stata sicuramente un’esperienza diversa e assolutamente da ripetere. Siamo stati coinvolti da tutti i formatori ma, un ringraziamento speciale va a Suor Tina, a Don Emanuele e al Vescovo che sono riusciti a raggiungere la coscienza di tutti. Particolarmente coinvolgente l’omelia di Sua Eccellenza: “Dio ha un progetto per ognuno di noi anche per i più discoli”.

 

Piero Battery:

Domanda “Cosa ti ha colpito di questa esperienza?”

Risposta  “Ce qui m’a frappè, c’est le rôle fondamental des jeunes en quête de Dieu. Voir Don Emanuele qui met de la passion envers tout ce qu’il fait”

[La cosa che mi ha colpito è stato l’impegno dei giovani alla ricerca di Dio. Vedere Don Emanuele che mette passione in tutto quello che fa]

 

King David:

Domanda “Che pensiero vuoi lasciare a noi giovani?”

Risposta “Ma prière est que tous les jeunes fassent la rencontre de Jésus, que cela les transforme parce que Jésus est le même hier, aujourd’hui et éternellement. C’est le sole capable de nous transformer”

[La mia preghiera è che i giovani facciano un incontro con Gesù, che li trasformi perchè Gesù è lo stesso ieri, oggi e sempre. È il solo capace di trasfromarci]

I formatori:

Domanda “cosa vi ha lasciato questo weekend?”

Risposte
“Aver incontrato ragazzi che non mi aspettavo di incontrare per l’attenzione che hanno dimostrato, la fiducia che ci hanno dato e le reazioni di interesse soprattutto per le domande che sono state poste sia in sala che nei corridoi.”
~Marco Brusati

“Avete manifestato un dono, la capacità di ascoltare al di là della fatica ma soprattutto avete lasciato che vi guidassimo per un piccolo tratto della vostra vita.”
~Rosa IlGrande

 

Chiara Maria Restuccia

 

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