Il 18 e il 19 c.m. presso l’Hotel Arcobaleno in Taureana di Palmi i diaconi della Diocesi hanno vissuto un intenso momento con una convivenza di studio per la programmazione futura del loro Collegio, alla luce della conclusione dell’itinerario del progetto formativo 2021-2024 che ha visto coinvolti i diaconi e anche le mogli dei diaconi sposati.
L’itinerario era stato pensato dal Delegato vescovile don Giovanni Battista Tillieci, condiviso prima con Mons. Francesco Milito. Vescovo emerito della Diocesi, e oggi concluso con il nostro Vescovo Mons. Giuseppe Alberti.
L’itinerario è stato guidato sapientemente in questi tre anni da Padre Luca Garbinetto, teologo e psicologo della Congregazione “Pia Società San Gaetano” ed è stato vissuto potremmo dire come un “sinodo della comunità diaconale” sulle linee programmatiche di ciò che eravamo, di ciò che siamo e di ciò che vorremmo essere.
Da questo progetto è nato un corposo lavoro che dà uno spaccato della situazione attuale del diaconato nella nostra diocesi che sarà pubblicato e da cui si potranno attingere diversi stimoli per la formazione futura. I lavori sono stati guidati da don Giovanni Battista Tillieci che dopo l’accoglienza e la preghiera dell’ora media ha tenuto la prima relazione ripercorrendo anche gli undici anni e mezzo in cui ha svolto il delicato servizio di Responsabile della formazione dei diaconi e degli aspiranti. Il momento è stato vissuto dai diaconi e dalle loro mogli con particolare commozione per le parole di affetto che don Giovanni Battista ha espresso al Collegio diaconale per l’occasione della fine del suo mandato, affermando la particolare vocazione dei diaconi a diffondere la carità nella comunità ecclesiale. “La carità – ha detto – è la tela della Chiesa su cui dipingere il volto di tutta la pastorale ecclesiale e la sapienza della carità si diffonde anche attraverso di voi”. I ringraziamenti reciproci per questi anni passati insieme sono stati particolarmente sentiti, sia da don Giovanni Battista che non ha potuto nascondere una certa commozione sia da tutti i diaconi e le mogli presenti. Il percorso di formazione vissuto in questi quasi 12 anni ci ha fatto crescere insieme nella comprensione della particolare vocazione del diaconato e nella consapevolezza della testimonianza da consegnare alle nuove generazioni di diaconi che saranno chiamati a servire la Chiesa.
I lavori sono continuati nella riflessione dei gruppi e sono terminati con la collatio in assemblea, dove è emersa l’importanza della vita comunitaria, della cura della formazione spirituale e dell’autoformazione che deve fluire nella vita del Collegio diaconale con i due movimenti di sistole e diastole in un continuo rinnovamento della vocazione al progetto di Dio. Il Vescovo Mons. Giuseppe Alberti ha accolto i lavori della collatio con particolare interesse congratulandosi per l’intenso lavoro svolto in questi anni da don Gioviani Battista Tillieci e dal Collegio diaconale. L’agape fraterna a conclusione del primo giorno ha poi messo tutti in un gioioso clima di grande convivialità.
Nella giornata di domenica 19 si è proceduto all’elezione del nuovo Consiglio diaconale che ha visto eletti i diaconi: Rosario Carrozza, Cecè Caruso, Massimo Surace, Francesco Restuccia. In virtù del cammino fatto attraverso cui è maturata la coscienza dell’importanza della presenza in consiglio delle mogli dei diaconi si è proceduto in tal senso e sono risultate elette: Marcella Siciliano, moglie del diacono Rocco Politi e Teresa Messina, moglie del diacono Giuseppe Capitò. Il Vescovo, don Giovanni Battista e il Collegio hanno augurato un buon lavoro agli eletti, chiamati a servire i confratelli e il Vescovo con il loro compito consultivo nel Consiglio.
La relazione del Vescovo è stata particolarmente sentita dai diaconi che hanno colto diversi motivi di speranza per le espressioni incoraggianti offerte dal Vescovo nelle direttive della formazione futura. “Gesù – ha affermato – è stato δοῦλος, diacono, cioè Servo, il primo diacono, per cui anche il Vescovo se non è diacono non è cristiano, e questo vale per i presbiteri e i diaconi e anche per tutta la Chiesa. Per cui ci rendiamo conto quanto sia importante quello che noi siamo e cosa siamo chiamati continuamente ad essere per poter agire in tal senso”. Ha continuato sottolineando che la comunione che è fonte di umanità ci dona familiarità ma anche tanta verità, autenticità che ci rende veramente liberi. Il vescovo lodando il cammino svolto ha voluto sottolineare alcuni punti importanti per continuare a camminare nella chiamata che si rinnova nell’oggi, una chiamata che è personale, familiare, ecclesiale, una vocatio continua dove il Signore ci continua a chiamare e ad avere fiducia di noi:
- La motivazione personale indispensabile per continuare bene il cammino e la modalità con cui questa si alimenta che è senza dubbio la preghiera.
- La condivisione spirituale di coppia, il coinvolgimento della famiglia, il vissuto comunitario della parrocchia e della fraternità diaconale.
- Il coordinamento diaconale agile ed efficace a servizio della famiglia diaconale. Anche l’inserimento delle mogli diventa un aspetto molto significativo perché il diaconato è una scelta individuale e familiare.
- La proposta formativa sempre in fieri pensata e portata avanti insieme partendo dalla spiritualità, che oggi richiede pluralità formativa per affrontare le sfide dell’oggi.
- Le questioni emergenti, anzitutto l’attenzione del diacono alla famiglia, ambito fondamentale nel diaconato. La prima carità si apre all’interno della famiglia, la prima diaconia è a casa.
- La fraternità diaconale e la sinodalità, considerato che nessun uomo è un’isola, ma anche che nessuna famiglia è un’isola per cui la dimensione ecclesiale a tutto campo, una sfida continua ma anche bella.
Il Vescovo ha sottolineato poi l’importanza del diaconato che è il primo grado dell’ordine, il primo che rimarrà sempre collegato strettamente alla missione che nel ministero sacerdotale non verrà annullata, ma assunta e inserita in una forma più ampia di ministero, e nella nuova visione ecclesiologica, fuori da ogni idea di carrierismo, in un equilibrio inclusivo che realizza il nostro essere diaconi e si concretizza nell’essere Cristo Servo in una Chiesa Serva.
I diaconi insieme alle mogli poi si sono recati presso la parrocchia di San Fantino accolti dal parroco don Domenico Zurzolo e il Vescovo ha presieduto la concelebrazione eucaristica con la partecipazione di don Giovanni Battista Tillieci per poi condividere tutti insieme il pranzo di domenica in fraternità, ricchi di tanti motivi di ringraziamento per i giorni vissuti.
La fraternità diaconale di questi giorni con la presenza di don Giovanni Battista Tillieci e con il nostro Vescovo è stata un grande stimolo per ripensarci e ripartire nel “noi” della Chiesa dove ministeri e carismi sono al servizio del Popolo di Dio, chiamati a ripresentare, testimoniare, vivere Cristo Servo in una Chiesa Serva dell’umanità ferita, nel divenire della storia.
La particolare vocazione del ministero diaconale oggi si inserisce proprio in questa trama, per l’animazione della carità che a tutti i livelli nella Chiesa è servire come Cristo che non è venuto per essere servito, ma per farsi Servo per Amore, primo diacono da cui tutti dobbiamo prendere esempio. Senza questa sequela il fare non corrisponde all’ essere della Chiesa, ricordando quanto tempo fa affermava papa Francesco: “Ricordiamoci, per favore, che sempre per i discepoli di Gesù amare è servire e servire è regnare. Il potere sta nel servizio, non in altro. E se è vero che i diaconi sono i custodi del servizio nella Chiesa, per conseguenza si può dire che sono i custodi del vero “potere” nella Chiesa, perché nessuno vada oltre il potere del servizio.
Nel ringraziare di cuore don Giovanni Battista Tillieci per questi anni vissuti insieme e il nostro Vescovo Mons. Giuseppe Alberti per le sue parole di incoraggiamento e la sua paterna presenza, in attesa di vivere il Giubileo dei diaconi che si terrà a Roma dal 21 al 23 Febbraio 2025.
Deo agimus gratias!
Diacono don Rosario Carrozza