Il Giubileo della Speranza: un messaggio di luce e riconciliazione nel carcere di Palmi

Il 5 febbraio 2025, presso la Casa Circondariale “Filippo Salsone” di Palmi, si è celebrato il Giubileo della Speranza, un evento di profonda rilevanza spirituale e sociale organizzato dalla Cappellania carceraria diocesana e dall’Azione Cattolica nell’ambito del progetto “Da cuore a cuore”.

La celebrazione si è svolta alle ore 14:00 nella cappella del carcere, alla presenza di numerose figure istituzionali e religiose. Tra i presenti, il Vescovo Giuseppe Alberti, la direttrice dell’istituto Dott.ssa  Marianna Stendardo, il cappellano don Vittorio Castagna e il cappellano del carcere di Laureana Don Rosario Rosarno, i volontari di Azione Cattolica con la presidente Angela Giuliano, la dott.ssa Marcella Reni, membro del comitato nazionale per il giubileo nelle carceri e presidente dell’associazione Prison Fellowship Italia Onlus, oltre a operatori carcerari, educatori, volontari e agenti penitenziari.

In questo Anno Giubilare, la preghiera rivolta ai detenuti assume un significato profondo e carico di speranza. L’insegnamento di Cristo ci richiama alla misericordia e alla vicinanza verso coloro che vivono il dramma della detenzione. Il Vangelo stesso ci interpella con parole chiare: “Ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,36). È un invito che non può lasciare indifferenti, soprattutto in un tempo in cui le carceri sono spesso luoghi di emarginazione e sofferenza.

Il Vescovo, nel suo messaggio per la preghiera giubilare, sottolinea l’importanza della presenza accanto ai carcerati. “Chi opera all’interno del carcere può fare del bene come atto di filantropia, e questo è già tanto. Ma se è mosso dalla fede, allora il suo impegno diventa un’opera di misericordia autentica”, ha affermato. Il servizio svolto con amore cristiano non solo allevia il dolore dei detenuti, ma trasforma chi lo compie, avvicinandolo alla santità.

In questo contesto, si inserisce l’opera di volontariato promossa dall’Azione Cattolica all’interno del carcere.  Nata tre anni fa, questa iniziativa ha portato l’associazione a sviluppare un’attenzione costante e profonda verso questi nostri fratelli, offrendo loro sostegno spirituale e umano. Grazie all’impegno di 8 volontari, molti detenuti hanno avuto l’opportunità di riscoprire la fede e di sentirsi accolti e guardati da “Cuore a cuore”.

La preghiera giubilare nelle carceri vuole dunque essere un momento di grazia, un’opportunità per rinnovare l’impegno verso chi vive la privazione della libertà. In questa prospettiva, ogni gesto di vicinanza, ogni parola di conforto e ogni ascolto sincero diventano semi di speranza e di rinascita.

Affrontare il cammino giubilare con uno sguardo di misericordia verso i carcerati significa incarnare il messaggio evangelico e riscoprire la bellezza della carità operosa. Come Cristo ci ha insegnato, non esiste limite alla misericordia di Dio, e ognuno di noi è chiamato a esserne strumento vivo nella società.

L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di riflessione e condivisione, sottolineando il valore della speranza all’interno della comunità carceraria. Il Vescovo Alberti ha rivolto parole di conforto e incoraggiamento agli operatori e ai detenuti, ribadendo come la speranza possa essere una luce anche nei momenti più difficili. Il cappellano don Vittorio Castagna ha guidato la celebrazione con un messaggio di fede e rinascita.

Un momento particolarmente suggestivo è stato l’accensione della “Lampada della Speranza”, realizzata dai detenuti della casa circondariale di Salerno. Questa lampada, simbolo di luce e resilienza, era stata consegnata dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, ai delegati regionali dei cappellani delle carceri. Durante la preghiera, il Vescovo Alberti ha sottolineato il significato profondo di questo gesto: «Le tenebre fanno parte della nostra vita, ma noi possiamo scegliere di essere luce. Questa luce, passata tra le mani di tutti gli operatori, ha un duplice significato: illumina la vita di ciascuno di noi e, per rimanere accesa, deve essere condivisa e passata agli altri».

Un altro momento di grande valore simbolico è stato il dono, da parte di Papa Francesco, di un mattone della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano. Questo mattone, proveniente dalla Porta Santa chiusa nel 2015/2016 durante il Giubileo straordinario della Misericordia, sarà collocato al lato dell’altare della cappella, a testimonianza del legame tra la comunità carceraria e la Chiesa universale.

L’evento ha visto la partecipazione attiva di numerosi volontari e operatori pastorali, il cui impegno costante contribuisce a rendere più umano e dignitoso il percorso di detenzione. Un’iniziativa di grande impatto emotivo e spirituale, che ha ribadito il valore della speranza come luce che non si spegne mai, neanche nei momenti più bui della vita.