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27/Feb/25

Il Vescovo consegna due segni di speranza nel carcere di Laureana: la testimonianza di padre Luigi e la lampada del Giubileo

«La libertà è questione di cuore, non di spazi; è questione di relazioni, di incontri. Come il mare riceve il colore dal cielo, così anche noi abbiamo bisogno di rapportarci con il cielo per trovare il senso della nostra libertà, della nostra dignità». Con queste parole mons. Alberti ha aperto la Porta santa nella Casa di Reclusione “Luigi Daga” di Laureana di Borrello lo scorso 25 febbraio.

La celebrazione ha unito due eventi: la consegna della lampada del Giubileo e la dedicazione della cappella a padre Luigi Ragione, storico cappellano del carcere. L’evento è stato vissuto alla presenza dei detenuti ospiti dell’Istituto, del personale amministrativo, educativo e carcerario. A questi si sono aggiunti alcuni volontari e la speciale presenza di una rappresentanza dei familiari di p. Luigi. Durante la liturgia, il Vescovo ha consegnato la lampada al Direttore, dott.ssa Caterina Arrotta, che dopo esser passata di mano in mano tra tutti i presenti come segno di impegno ad essere luce di speranza per gli altri, è stata posta nella cappella come segno giubilare visibile.

La lampada è stata realizzata dai detenuti del carcere di Secondigliano e consegnata ai singoli cappellani il 5 gennaio scorso presso l’Istituto per minori di Catanzaro. Il Vescovo ha anche ricordato la figura di padre Luigi che per venti anni è stato guida e portatore di speranza in quel luogo sia per i detenuti sia per il personale tutto, prestando un generoso servizio in termini di tempo, affetto e beni materiali. In sua memoria è stata posta accanto alla lampada una targa creata ad hoc dal laboratorio di ceramica dell’Istituto sotto la supervisione creativa del Comandante, il commissario capo Giuseppe Ramondino.

La santa Messa è stata concelebrata dal cappellano, don Rosario Rosarno, dal cappellano del carcere di Palmi, don Vittorio Castagna e da don Cosimo Furfaro, parroco della comunità Maria Ss. Addolorata di Rosarno, famiglia in cui padre Luigi ha vissuto la maggior parte del suo ministero dalla giovinezza fino ai suoi ultimi giorni terreni. Al termine della celebrazione vi è stato uno scambio di doni tra i detenuti e il vescovo: il volto di Cristo sofferente in ceramica e un libro con pensieri spirituali giornalieri di Carlo Carretto per accompagnare le giornate con uno sguardo sempre verso il Cielo.

Grazie alla collaborazione con la dott.ssa Simona Prossomariti, educatrice dell’Istituto e di alcuni volontari, durante l’anno giubilare si avrà la possibilità di vivere anche le giornate dedicate alle famiglie, ai papà e allo sport in vista del Giubileo delle carceri il 14 dicembre prossimo.

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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