L’incontro delle Comunità del Cammino Neocatecumenale della Diocesi con il Vescovo Mons. Giuseppe Alberti

Sera di lunedì, 10 marzo c.m., nell’Auditorium diocesano in Rizziconi, il nostro Vescovo, S.E. Mons. Giuseppe Alberti ha incontrato le Comunità del Cammino Neocatecumenale della Diocesi. È stato un momento molto importante per presentare al nostro Vescovo la realtà del Cammino Neocatecumenale e soprattutto la missione che esso svolge nella Chiesa.

All’incontro hanno partecipato le comunità Neocatecumenali della Diocesi presenti a Delianuova, Rizziconi, Palmi, nella parrocchia del SS. Rosario, Melicucco, Tresilico in Oppido Mamertina, Polistena nella Parrocchia Santa Marina Vergine, e Cittanova nella parrocchia San Girolamo, alcuni presbiteri della nostra Diocesi, don Nino Larocca, parroco di Rizziconi, don Benedetto Ciardullo, parroco emerito di Rizziconi, don Emanuele Leuzzi, parroco a Delianuova, don Pino De Masi, parroco della parrocchia Santa Marina di Polistena, padre Ilario e padre Giuseppe della parrocchia del SS. Rosario di Palmi, don Benedetto Rustico, parroco della parrocchia Maria SS. delle Grazie di Tresilico, don Elvio Nocera, Responsabile CDAL della Diocesi, don Igor Scalamandrè, vice parroco di Melicucco, don Vittorio Castagna, cappellano presso il  carcere di Palmi, don Roberto Meduri, vice parroco della parrocchia Maria SS. di Porto Salvo in Gioia Tauro, don Giancarlo Musicò, parroco di Serrata, don Giuseppe Marino della Diocesi di Locri-Gerace e gli otto seminaristi del Seminario Arcidiocesano Missionario Redemptoris Mater di Fuscaldo guidati dal Vice-rettore don Fabrizio. Erano presenti, inoltre, Mattia Del Prete e Massimo Savarese in rappresentanza dell’Equipe dei catechisti responsabile del Cammino Neocatecumenale in Calabria e Sicilia, provenienti dalla parrocchia dei Martiri Canadesi di Roma.

Il catechista Mattia Del Prete, dopo la proclamazione di una lettura tratta dalla Prima Lettera ai Corinzi, nella sua qualità, ha presentato a Sua Eccellenza le varie tappe del Cammino Neocatecumunale, facendo soprattutto risuonare come il Cammino incida nella vita delle persone, a partire dalla sua, ricordando quando, giovane che viveva in mezzo a tante realtà di male e al non senso, fu invitato da un altro giovane a partecipare alle catechesi che i catechisti del Cammino portano nelle parrocchie all’inizio del percorso del cammino neocatecumenale. È questo il primo passo perché nella parrocchia si inizi a vivere questa esperienza che, attraverso la formazione di una comunità, consente di vivere nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dell’Eucaristia e nella comunione fraterna, ripercorrendo le tappe del proprio battesimo, come erano vissute nel Catecumenato dei primi secoli della Chiesa.

È attraverso questo cammino graduale, fatto di tappe progressive, sotto la guida dei catechisti che sono chiamati a guidare e a seguire le Comunità, che i fratelli del Cammino crescono nella fede, nella speranza e nella carità, assumendo gradualmente atteggiamenti di cristiani adulti nella fede, che, vivendo nell’amore e nell’unità, sono testimoni di come il Signore agisca in loro, nelle loro famiglie, nella loro comunità ed è attraverso la loro testimonianza, il loro annuncio, che tante persone iniziano a loro volta questa esperienza, molto importante per tutta la Chiesa, soprattutto per il richiamo dei lontani o di quanti si sono allontanati dalla Chiesa, che ritornano ad essa,  sperimentando la misericordia e l’amore del Signore.

Mattia Del Prete ha cosi, spiegato, in dettaglio, le varie tappe del cammino neocatecumenale e le implicazioni che esse comportano per la vita dei fratelli del Cammino che vivono questa esperienza.

È stato poi proclamato il Vangelo di Matteo sul giudizio finale ed è seguita la riflessione del Vescovo che ha sottolineato come il nostro atteggiamento, pur nella nostra fede piccola, deve essere di ringraziamento e di conversione perché cristiani si diventa, e non per i nostri meriti, ma per il dono della grazia del Signore, grazia che per il cammino neocatecumenale, così come per tutti i cristiani, diventa fonte di responsabilità. Da qui l’invito a continuare in questo cammino di sequela che non finisce mai, che anzi nell’oggi si arricchisce di una ulteriore chiamata, quella di vivere la nostra vita camminando insieme, con spirito di sinodalità, che costituisce la sintesi più fluida, più feconda, più credibile della presenza della Chiesa nel mondo.

Il Vescovo ha fatto presente come in questo primo anno della sua presenza in Diocesi, sia stato invitato spesso nelle comunità per incoraggiare il Cammino ma che questo deve diventare stimolo per una corresponsabilità più coerente. Considerato che la Diocesi ha individuato nell’Iniziazione Cristiana il nodo pastorale fondamentale,  prendendo sempre più coscienza della necessità del passaggio da una pastorale di sacramentalizzazione a una pastorale di evangelizzazione, con il recupero della dimensione catecumenale, il Vescovo nell’evidenziare che in questo le comunità neocatecumenali possono essere di esempio, ha tuttavia affermato che bisogna avere sempre un atteggiamento di apertura non di chiusura, che è preludio di comunione  con gli altri carismi presenti nella Chiesa, in un arricchimento vicendevole,  ciascuno  con il proprio dono messo  al servizio di tutti.

“È necessaria per questo – ha proseguito – una risposta matura di fede nell’amore reciproco che è il nostro biglietto di visita per chi ci guarda, tenendo un atteggiamento non giudicante, vivendo questo tempo di quaresima in quest’anno giubilare seriamente, mettendoci in discussione, perché non possiamo barare o fare finta perché o siamo veri, cristiani credibili, o la società, gli altri ci criticano”.  Richiamando il Vangelo ascoltato ha invitato tutti a un amore vicendevole che diventa amore concreto per gli altri fratelli, a partire dall’Eucaristia che è “fons et culmen” per la vita della Chiesa ma funzionale, per portare Cristo agli altri. Da qui l’invito finale a pensare alla missione “ad gentes” a partire dalla missione “inter gentes” con una carità concreta fra di noi da donare i fratelli, soprattutto a quelli più poveri. “E questo è possibile – ha concluso – se insieme continuiamo a darci una mano”.

Ufficio Comunicazioni Sociali