Via Crucis serale per le strade del paese: un evento di inclusione e comunione

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Venerdì sera, alle 21, il paese si è trasformato in un grande cammino di fede e condivisione. Un fiume silenzioso di persone ha percorso le strade, dalla Chiesa Matrice di San Nicola fino alla Chiesa del Calvario, accompagnando le stazioni della Via Crucis in un’atmosfera densa di emozione e raccoglimento.

A dare vita a questo evento, pensato e progettato dal parroco don Pasquale Galatà, è stato il gruppo giovanile parrocchiale che, su indicazioni di don Pasquale e accompagnati dalle educatrici Sandra Condoluci, Maria Concetta Grimi, Concetta Vecchie, Fabiola Rettura, Danila Misiti, Maria Filomena Condoluci e la presenza del vice parroco don Igor Scalamandré che con passione e dedizione ha coinvolto l’intera comunità: giovani e anziani, coppie, famiglie, cittadini stranieri, persone fragili. Un cammino pensato per essere accessibile e sostenibile per tutti, compresi coloro con disabilità o provenienti da realtà diverse, affinché nessuno si sentisse escluso. Ognuno con la propria storia, i propri pesi da offrire, i propri passi da donare. È bastato uno sguardo, un gesto, un silenzio condiviso per sentirsi parte di qualcosa di più grande.

Particolarmente significativa la partecipazione di una famiglia di origine rumena, che ha accolto con entusiasmo la proposta di rappresentare la quinta stazione, mettendosi a disposizione anche per la lettura, accompagnati dal loro ragazzo con disagio comportamentale. Un gesto di profonda apertura e testimonianza, che ha toccato il cuore dei presenti e rafforzato il senso di vera inclusione che ha contraddistinto tutto il cammino.

Tra i momenti più toccanti, la consegna della croce a chi porta dentro dolori indicibili: una madre che affida il cammino del figlio con disabilità alla misericordia di Dio; una donna che conosce il vuoto della perdita e che ha portato la croce del punto in cui Gesù muore, quasi fosse un dialogo silenzioso con Maria, madre trafitta come lei. E poi c’erano famiglie che affidavano il proprio quotidiano fatto di difficoltà e speranze, e giovani che camminavano per dare voce alla loro fede nascosta, spesso taciuta.

A rendere tutto ancora più significativo è stata la cura con cui ogni stazione è stata preparata: altarini semplici ma ricchi di significato, realizzati grazie alla collaborazione fra il gruppo giovani e gli abitanti del paese. Un lavoro collettivo, fatto non solo di mani, ma di cuori messi insieme per costruire un percorso vivo.

Al termine del cammino, prima della benedizione, don Pasquale ha parlato con parole cariche di verità: ha ricordato l’importanza dell’aiuto reciproco, della speranza, della fiducia che anche nel buio più fitto è possibile intravedere una luce. Ha ringraziato i giovani per il loro impegno, sottolineando quanto il loro entusiasmo sia linfa per tutta la comunità.

Un altro passaggio particolarmente sentito è stato quello delle riflessioni scritte dai ragazzi: pensieri sinceri, maturi, letti lungo le tappe, che hanno invitato ognuno a mettersi in ascolto, a interrogarsi, a pregare.

La Via Crucis di quest’anno non è stata solo una tradizione rinnovata, ma un vero momento di rinascita collettiva. Ha unito chi troppo spesso cammina da solo. Ha dato voce al dolore, ma anche alla speranza. E ha ricordato a tutti che nessuno è davvero escluso quando a guidare è l’amore.