Una chiesa gremita, cuori attenti e uno sguardo rivolto “in alto”: così si è svolto il convegno pubblico “Vivere l’Altezza. Pier Giorgio Frassati e la gioia di credere”, organizzato dall’Azione Cattolica diocesana e ospitato il 14 maggio nella parrocchia di San Gaetano Catanoso a Gioia Tauro.
L’incontro si è aperto con un momento di preghiera guidato da don Antonio Spizzica, assistente unitario diocesano, ed è proseguito con un saluto intenso e sentito della presidente diocesana Angela Giuliano, che ha introdotto la serata con parole di gratitudine e visione:
«Questa sera viviamo un momento speciale, un’occasione preziosa per fermarci, ascoltare e lasciarci interrogare. Il titolo che ci accompagna è semplice e potente: “Vivere l’Altezza”. Non un concetto astratto, ma un invito concreto: alzare lo sguardo, riscoprire il senso profondo della vita, cercare Dio anche — e soprattutto — nelle pieghe dell’ordinario».
Cuore pulsante del convegno è stato l’intervento di Don Luigi Maria Epicoco, teologo e scrittore tra le voci più ascoltate del panorama ecclesiale italiano. Con il suo stile diretto, coinvolgente e radicato nel Vangelo, Don Luigi ha proposto una riflessione appassionata sulla figura del beato Pier Giorgio Frassati, attraverso quattro parole-chiave capaci di parlare al cuore dei giovani e a chiunque cerchi senso nella vita quotidiana: amicizia, corpo, gioia, impegno.
Per Don Epicoco, l’amicizia non è solo un legame affettivo, ma un luogo dove la fede prende forma e si rende visibile.
«Frassati ha vissuto l’amicizia come vocazione, come spazio di condivisione dell’altezza. I suoi amici erano la sua Chiesa, il suo modo di abitare il Vangelo nel mondo».
L’amicizia diventa così relazione che sostiene, che educa al bene, che aiuta a camminare insieme verso il Cielo.
Pier Giorgio amava la montagna, la fatica, la bellezza della salita. Ma non per vanità: la sua era una spiritualità profondamente incarnata.
«Ha saputo salire in alto con il corpo, ma ha anche saputo scendere nelle miniere». Il corpo, quindi, come spazio di rivelazione, come strumento attraverso cui amare, servire, donarsi.
Don Epicoco ha poi parlato della gioia come segno autentico di chi vive in Cristo.
«Chi frequenta Cristo, è segnato dalla gioia. Anche nella fatica, anche nel dolore. Frassati aveva quella luce nello sguardo che viene solo dallo Spirito». Una gioia vera, che non illude ma accompagna. Sobria, profonda, duratura.
Infine, ha affrontato il tema dell’impegno, ricordando che la fede autentica si traduce in vita concreta, in servizio, in dono di sé.
Frassati non cercava applausi: aiutava i poveri, i malati, i dimenticati, con uno stile sobrio ma deciso. Il suo impegno era Vangelo in azione, amore che si fa presenza.
Alla fine dell’incontro, molti hanno lasciato l’assemblea con uno sguardo diverso, come se le parole ascoltate avessero aperto un varco interiore. Perché, come ha ricordato Don Luigi, la testimonianza più forte non è quella che persuade con i ragionamenti, ma quella che accende il desiderio.
E se anche solo una persona, tornando a casa, ha pensato: “Anch’io voglio vivere così”, allora davvero questo convegno ha portato frutto.
Ufficio Comunicazioni Sociali