Il nostro vescovo, mons. Giuseppe Alberti, ha guidato il Pellegrinaggio di un Gruppo di presbiteri della nostra Diocesi che hanno partecipato al Giubileo dei sacerdoti che si è tenuto, a Roma, dal 25 al 27 giugno 2025. La piccola Delegazione era composta da mons. Ermenegildo Albanese; don Giuseppe Calimera; don Vittorio Castagna; don Francesco De Felice; don Letterio Festa; don Pasquale Galatà; don Emanuele Leuzzi; don Fortunato Marsetti; don Antonello Messina; don Elvio Nocera; don Giuseppe Sgambetterra; don Domenico Sorridente e don Giovanni Battista Tillieci.
Il Pellegrinaggio giubilare si è aperto con la Messa, presieduta dal nostro vescovo, nella piccola ma storica e artistica Cappella della Madonna della fiducia nel Pontificio Seminario maggiore. Nell’omelia, mons. Alberti, ha invitato i presenti a pregare per le vocazioni sacerdotali nella nostra Chiesa diocesana e per i giovani seminaristi già in cammino verso il Sacerdozio. Richiamandosi ai testi liturgici del giorno e al luogo in cui si stava celebrando, il vescovo ha invitato i sacerdoti a farsi ministri e testimoni capaci di suscitare, ogni giorno e in ogni circostanza, la fiducia e la speranza cristiana nei cuori e nelle menti delle Comunità e dei singoli. Nel pomeriggio, i nostri sacerdoti hanno partecipato all’intensa e profonda catechesi per i presbiteri di lingua italiana, tenuta, nella chiesa di San Salvatore in Lauro, dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, il quale, con l’ormai ben nota profondità e arguzia, ha presentato una rilettura del brano evangelico della vocazione di Matteo, ponendo, ai presenti, precisi interrogativi, allo scopo di rinvigorire in ciascuno le più profonde motivazioni della propria missione del proprio ministero: «la Parola di Gesù: “Seguimi!” E’ un invito: non ti sembra che sia ora di ritrovare la gioia? Non ti sembra che sia tempo di risvegliare la speranza? Non ti sembra che la condizione in cui vivi e troppo noiosa, troppo spenta, troppo “seduta”?». La catechesi è stata preceduta dalla celebrazione dei vespri, presieduta dal nostro Don Emanuele Leuzzi alla presenza di una gremita e orante assemblea di sacerdoti che hanno riempito la lunga e vasta navata della monumentale chiesa romana.
Il giorno dopo, il percorso spirituale è proseguito con la Messa, sempre presieduta dal nostro vescovo, nell’artistica e suggestiva cappella che ospita le reliquie di San Filippo Neri, mirabile esempio di sacerdote e di annunciatore convinto ed efficace della Parola di Dio. Nell’omelia, ispirandosi al Vangelo proclamato e alla vita dell’Apostolo di Roma, mons. Alberti ha invitato i sacerdoti a farsi testimoni della gioia e della speranza, senza calcolo e senza sconto, uniti come fratelli e sostenuti da una preghiera costante capace di infiammare ed allargare il cuore. La celebrazione è stata presieduta dalla visita guidata alle “stanze” che custodiscono le reliquie e le testimonianze della vita santa e del ministero profetico di San Filippo, grazie alla squisita ospitalità dei Padri Oratoriani, tra i quali si contano due nostri diocesani, i polistenesi padre Cristian Galluccio e padre Rocco Camillò. Nel pomeriggio, sotto i raggi cocenti di una solare giornata romana, i nostri sacerdoti, preceduti dalla Croce, hanno vissuto il pellegrinaggio lungo via della Conciliazione e il passaggio della Porta Santa della Basilica vaticana, rinnovando la professione di fede, le promesse sacerdotali e l’affidamento alla Beata Vergine Maria. Dopo aver partecipato all’incontro con il papa, Leone XIV, nell’Auditorium di via della Conciliazione, cogliendo l’invito del pontefice a ricordarsi che «è possibile essere sacerdoti felici, perché Cristo ci ha chiamati e fatti suoi amici», i presbiteri hanno preso parte alla Veglia, presieduta da monsignor Rino Fisichella, pro prefetto del dicastero per l’evangelizzazione, nella basilica di San Pietro. Qui ha suscitato particolare sincera ammirazione e vivo stupore la testimonianza di un giovane seminarista nigeriano, vero confessore della fede nella Chiesa del nostro tempo, sopravvissuto alle persecuzioni anticristiane che purtroppo si registrano nella sua terra d’origine.
Finalmente, il giorno dopo, il pellegrinaggio giubilare è culminato, nella Basilica vaticana, piena di sacerdoti provenienti da tutto il mondo, con la partecipazione alla Celebrazione eucaristica, alla quale hanno preso parte anche il nostro vescovo emerito, monsignor Francesco Milito e altri vescovi e presbiteri calabresi, nel corso della quale il nostro papa Leone, con la soavità e la forza che abbiamo ormai imparato ad apprezzare, ha ringraziato i sacerdoti presenti «per essere venuti presso la tomba dell’apostolo Pietro a varcare la Porta Santa, per tornare ad immergere nel Cuore del Salvatore le vesti battesimali e sacerdotali», ricordando loro che «il ministero sacerdotale è un ministero di santificazione e di riconciliazione per l’unità del Corpo di Cristo. Per questo il Concilio Vaticano II chiede ai presbiteri di fare ogni sforzo per “condurre tutti all’unità nella carità”, armonizzando le differenze perché “nessuno possa sentirsi estraneo”». E ha raccomandato loro di «essere uniti al vescovo e nel presbiterio: quanto più infatti ci sarà unità tra di noi, tanto più sapremo condurre anche gli altri all’ovile del Buon Pastore, per vivere come fratelli nell’unica casa del Padre». Durante la Messa il pontefice ha ordinato trentadue sacerdoti provenienti dai diversi angoli della Terra.
La solenne Celebrazione papale ha concluso il Pellegrinaggio dei nostri sacerdoti, giunti a Roma per videre Petrum e per ritornare in Diocesi e nelle Comunità parrocchiali «con il “serbatoio pieno” per camminare insieme con e per il Signore», come ha affermato il nostro vescovo concludendo la singolare e indimenticabile esperienza giubilare.
Il Pellegrinaggio è stato organizzato e coordinato con la solita perizia e cura da don Vittorio Castagna, direttore dell’Ufficio diocesano Pellegrinaggi, al quale vanno la riconoscenza e il plauso di tutti i partecipanti.
Sac. Letterio Festa