Si è concluso, con grande gioia ed emozione, il Campo Vocazionale Diocesano, svoltosi, presso il Santuario dei Santi Cosma e Damiano, a Riace (RC), dall’11 al 13 luglio 2025. Tre giorni intensi, vissuti all’insegna dell’ascolto, del confronto, della preghiera e, soprattutto, della ricerca autentica di ciò che davvero dà senso alla vita: la chiamata di Dio.
È stata un’esperienza che ha lasciato un segno profondo nei cuori dei nostri ragazzi, provenienti da diverse Parrocchie della nostra Diocesi. Una proposta attesa e desiderata, che mancava da diversi anni, e che oggi è rifiorita con entusiasmo e partecipazione. La presenza del Signore si è fatta tangibile nei sorrisi, nei silenzi e nella comunione sperimentata da tutti.
A rendere possibile tutto questo, è stato un lungo lavoro di preparazione, dovuto, in particolare, a don Filippo Attanà, nostro instancabile animatore, che da oltre un anno ha seguito i giovani con discrezione, vicinanza e dedizione. Il suo impegno ha permesso a tanti ragazzi di mettersi seriamente in ascolto della voce di Dio, lasciandosi interrogare dalla possibilità di una vocazione più grande: quella alla vita donata.
Parola, silenzio e Comunità: gli ingredienti di un discernimento autentico. A guidarci nella riflessione è stato don Letterio Festa, padre spirituale del nostro Seminario Diocesano, con i suoi interventi ricchi di profondità e luce evangelica. Attraverso la meditazione del Vangelo e delle figure dei discepoli, ci ha aiutati a comprendere che Gesù continua oggi a chiamare, e che ciascuno di noi è invitato a salire sulla sua barca, anche se il mare può sembrare agitato. Solo sulla barca di Cristo si può attraversare la tempesta della vita con speranza e fiducia. Solo seguendo Lui si trova la felicità vera, quella che non delude e non passa.
Un momento particolarmente toccante è stato quello del “Life Painting” guidato da don Luca Gigliotti, presbitero della Diocesi di Lamezia Terme. Attraverso l’Arte e il colore, i ragazzi sono stati condotti in un percorso di introspezione profonda, dando voce alle loro paure, alle speranze, ai desideri nascosti. Un modo nuovo e creativo per incontrare se stessi alla luce dello Spirito, riscoprendo che anche le emozioni possono diventare linguaggio di Dio. Testimoni di una bellezza che attrae.
Il cuore pulsante del Campo è stato anche la testimonianza viva dei nostri Seminaristi, sia del Seminario Maggiore che di quello Minore. La loro presenza gioiosa e il loro servizio generoso sono stati una luce per tutti. Non con discorsi o parole complesse, ma con la forza dell’esempio e la bellezza della fraternità, hanno reso visibile quanto sia bella la vita spesa per il Signore e per i fratelli. La loro testimonianza è stata forse più potente delle catechesi.
Non sono mancati momenti di comunione con altri fratelli della nostra diocesi, come don Domenico Lamanna e don Antonio Scordo, che ci hanno fatto visita e condiviso un tratto del cammino con noi. La loro presenza è stata segno di unità e fraternità, e ha mostrato quanto sia importante che tutti stiano accanto ai giovani, non solo con parole, ma con il tempo donato.
Un momento di particolare grazia è stata la visita del nostro vescovo, mons. Giuseppe Alberti, che ha trascorso con noi una significativa mezza giornata. Ha ascoltato con attenzione la verifica dei giovani, raccogliendo le emozioni, le parole, i semi di vocazione che stanno germogliando nei loro cuori. Durante la Celebrazione eucaristica, il vescovo ha invitato i ragazzi a non aver paura di accogliere la Parola di Dio e di obbedirle, ricordando loro che «obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi» (Dt 30, 10). Ha poi indicato nella figura del Buon Samaritano un modello concreto per la vita cristiana: farsi prossimo, piegarsi sulle ferite dell’altro, vivere l’amore non a parole ma con gesti reali. «Solo così – ha ricordato mons. Alberti – si può abitare nella felicità vera, quella che non si compra e non si consuma, ma che nasce dall’incontro con Cristo e si costruisce ogni giorno nel servizio».
Anche mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, ha voluto dimostrare la sua paterna vicinanza partecipando al pranzo conclusivo. Un segno di comunione tra le Chiese sorelle e di attenzione concreta verso i giovani in ricerca.
Un sentito ringraziamento va anche al personale della struttura del Santuario di Riace che ci ha ospitati: ci hanno accolti con grande affetto e disponibilità, facendo sentire ciascuno a casa, curando ogni dettaglio con amore.
Il desiderio ora è quello di non fermarsi qui. Questa esperienza, pur breve, ha lasciato una traccia profonda. Con l’aiuto del Centro Diocesano Vocazioni e del Seminario Diocesano, vogliamo continuare ad accompagnare i giovani nel loro cammino di discernimento, nella consapevolezza che Dio continua a chiamare e che tanti ragazzi oggi hanno sete di verità, di senso, di una vita piena.
Abbiamo riscoperto che la vocazione non è solo una scelta da fare, ma, prima di tutto, è una risposta a un amore ricevuto. È lasciarsi guardare da Cristo e avere il coraggio di seguirlo. Perché, in fondo, è Gesù che cerchiamo ogni volta che sogniamo la felicità. Grazie a tutti!
don Rosario Attisano
Rettore del Seminario Vescovile
Direttore CDV














