Carissimi ragazzi, genitori, docenti, eccoci ad una nuova partenza: “Settembre, andiamo…”. A volte certe situazioni nuove della vita le subiamo e corriamo il rischio di farle per forza o contro voglia. Diciamoci la verità, non è intelligente partire così. Perché non accendiamo un desiderio come chi vuole scegliere veramente ciò che è chiamato a fare? Perché non mettere in movimento la nostra libertà al punto di dire: “Voglio andare a scuola!”, “Desidero conoscere cose nuove, voglio incontrare altre persone, scelgo di usare il mio tempo riempiendolo così”.
A voi ragazzi, in genere, piace fare sport: il corpo si esprime, le capacità fisiche si sviluppano, diventa un vero fattore di crescita. Perché non pensare alla scuola come una ‘palestra di vita’? Chi va in palestra mette in gioco tutto sé stesso, ci mette corpo e anima. Ma perché fra i banchi di scuola non si può fare lo stesso? La mente va allenata se vuole funzionare, l’intelligenza va messa alla prova se vuole crescere, la conoscenza delle cose sviluppa la curiosità e l’incontro con le persone ci aiuta a imparare a stare insieme. L’insegnante di italiano ci insegna come parlare, quello di matematica come ragionare, il docente di religione a guardare il mondo con occhi e cuore grandi. In questa palestra si apprende veramente l’arte del vivere, è una palestra che ci prepara per il futuro, non vi sembra importante? Che bello pensare che già alla vostra età vi preparate a diventare grandi: capaci di penetrare i segreti del cosmo, di gustare la gioia della vera amicizia, di conoscere le proprie doti intellettuali e relazionali, di scoprire quelle attitudini personali che vi permetteranno di fare le scelte giuste nella vita.
Quest’anno mi permetto di farvi un invito particolare, che possiate conoscere, magari con la complicità degli insegnanti e dei vostri genitori, qualcosa della storia di uno studente modello, Carlo Acutis. Carlo era nato nel 1991 e, ahimè, è morto di leucemia a soli 15 anni. Pensate, è stato riconosciuto santo dalla Chiesa domenica 7 settembre 2025, solo qualche giorno fa. Un ragazzo normale, come tutti voi, un giovane dei nostri tempi, ma che ha vissuto in modo straordinario la sua vita fra la scuola e gli amici, la famiglia e i suoi hobbies. Lui però aveva un doppio segreto che pochi sapevano: un grande amore per Gesù Eucaristia e un concreto amore per i poveri. La sua vita, sono convinto, è una grande scuola per tutti e meriterebbe essere conosciuta. Perché, in quest’anno scolastico, fra compiti e interrogazioni, letture e studi, non dedicarci a conoscere un po’ di più questo campione nel bene? Il primo della classe – sembra dirci Carlo – non è colui che ha i voti più alti, ma chi ha imparato a fare della propria vita un dono, chi mette le proprie capacità al servizio degli altri, chi non si sente superiore alle persone ma con generosità condivide quello che ha e quello che è con tutti. Perché non allenarci seguendo il suo esempio?
E, prima di concludere, una parola anche a voi cari genitori e insegnanti. Chi cresce sogna sempre in grande, desidera assomigliare a qualcuno. Spesso per i nostri ragazzi diventa un top-model qualche calciatore o qualche cantante. Siate voi i punti di riferimento per i nostri ragazzi, con l’esemplarità della vostra vita più che per le cose che potete dare o le competenze specifiche che potete offrire. Chi cresce ha bisogno di vedere persone ‘grandi’, non perché eroi o con talenti straordinari ma perché dicono con il proprio impegno e responsabilità, con la propria gioia e generosità, che vale la pena tirare fuori il meglio di sé, anche quando costa fatica.
Non mi resta che augurare a tutti buoni passi. Quest’anno scolastico sia veramente una bella palestra per prepararvi a vivere con frutto un presente ricco di stimoli e un futuro che diventi opportunità per tutti.
Vi accompagno con la mia benedizione.
12 settembre 2025
+ Giuseppe
Vescovo di Oppido Mamertina-Palmi














