Giubileo dei Cori: un incontro di unità, riflessione e rinnovato servizio

Per la prima volta, i cori, le bande musicali, i portatori e i comitati feste si sono riuniti per celebrare insieme il Giubileo dei Cori, in occasione della festa di Santa Cecilia, patrona della musica. L’iniziativa, organizzata dall’Ufficio Liturgico Diocesano, è stata un momento di incontro e di riflessione vissuto in un clima di giubilo, un sentimento di gioia intensa, spesso difficile da esprimere con le parole perché è una felicità profonda che scoppia nel cuore e che può manifestarsi solo con un canto nuovo. All’evento ha partecipato il vescovo della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, monsignor Giuseppe Alberti, la cui presenza ha accompagnato l’intera manifestazione. Il vescovo ha invitato tutti a riscoprire il vero senso del servizio nella chiesa, che non deve essere fine a sé stesso né diventare ricerca di protagonismo, ma rimanere un gesto sincero di amore e disponibilità verso la comunità, ricordando l’importanza di svolgere il proprio ruolo con umiltà, senza cercare riconoscimenti.

Nonostante il maltempo, molti fedeli, i pellegrini di speranza e il sindaco di Gioia Tauro, Simona Scarcella, hanno partecipato alla processione che dalla Casa del Laicato ha raggiunto la chiesa di San Gaetano Catanoso. Un breve cammino che si è trasformato in un momento di testimonianza e di fede, accompagnato dalla musica delle bande e dai canti del coro diocesano, che hanno creato un’atmosfera spirituale capace di unire tutti i cuori.
Durante la riflessione in chiesa, monsignor Alberti ha rivolto parole profonde, esortando i fedeli a ripensare il proprio modo di servire la diocesi, perché il servizio non è una ricerca di visibilità, ma una risposta generosa a una chiamata che va oltre l’individualismo. Ha sottolineato il valore del canto e della musica, capaci di esprimere sentimenti che spesso le parole non riescono a dire. Proprio questo giubilo del cuore, come diceva sant’Agostino, rende autentico il servizio musicale nella liturgia.

Il messaggio più forte della giornata è stato l’invito a riflettere sul proprio servizio al Signore, alla Chiesa e alla comunità. Non basta partecipare agli eventi o far parte di un coro, di una banda o di un comitato: c’è il rischio di vivere un servizio solo apparente. Il vero servizio nasce da un cuore generoso, da gesti fatti in silenzio, senza cercare applausi, e da un impegno quotidiano che contribuisce al bene comune.
Uno dei momenti più toccanti è stata la recita della Preghiera del Musicante, nella quale si ricorda che la musica è fatta di sette note, basse, alte e stonate, ma il vero scopo è ritrovarsi insieme sull’ultimo accordo. Il Giubileo dei Cori è stato così un momento di condivisione e di rinnovata consapevolezza che ha aiutato i partecipanti a ritrovare motivazioni vere e a riscoprire la musica come ponte tra la terra e il cielo: un evento che resterà nel cuore di molti e che potrà segnare un nuovo modo di vivere il proprio servizio all’interno delle parrocchie.

Kety Galati