Non lasciamoci rubare il Natale! Ma cosa vuol dire questa frase ad effetto? C’è un Natale vero che va difeso, va protetto, va illuminato, va vissuto, va distinto da altri ‘natali’ che sono solo corollari. C’è il natale consumista che diventa occasione per fare spese e qualche regalo; c’è il natale godereccio che si riduce a qualche cenone in famiglia o tra amici; c’è il natale vacanziero, occasione buona per andare sulla neve e regalarsi qualche giorno di relax; c’è il natale buonista nel quale si compie qualche gesto di solidarietà per mettere apposto la coscienza; c’è il natale tradizionalista dove non possono mancare i riti classici di questo periodo, compreso qualche rito religioso. Tutto questo è coreografia. Noi vorremmo arrivare al cuore del Natale. Qual è la sua verità? Perché nella storia si è celebrato come una strabiliante e inaudita novità che ha rapito il cuore di Francesco d’Assisi e che è diventato opera artistica di tanti poeti e pittori? Sotto sotto ci deve essere qualcosa di particolarmente importante che non possiamo disperdere nella superficialità di questi giorni. Noi lo chiamiamo ‘mistero’ (del Natale), cioè realtà più grande di noi e del nostro pensiero, dono gratuito eccedente che non avremmo mai congetturato si potesse realizzare: Dio si è fatto uomo, si è fatto bambino, ha assunto la nostra carne. Se ci pensiamo, è qualcosa di inaudito; per un filosofo è irrazionale; per un ateo, un assurdo; per una persona normale, incredibile. Fermiamoci un attimo per percepire la rivoluzionaria novità di questo evento, il più importante della storia umana. Ci permette di cogliere con nitidezza che Dio ha scelto di entrare nella nostra umanità perché imparassimo pure noi ad essere umani. Quanto bisogno di ‘umanità’ oggi, di fronte a tanta solitudine, a tanta povertà, a tanta guerra! Sentiamo la necessità di rivolgerci a quel bambino, che ha deciso di percorrere la nostra strada, nascere e crescere come noi, amare e soffrire come noi, donarsi e morire come noi. Un grande esempio di umanità raccontata in quattro libretti, chiamati ‘vangeli’, diventati ‘buona notizia’ per gli uomini e le donne di sempre (varrebbe la pena tornare a leggerli, da soli, in famiglia, in comunità). Torniamo al Natale vero, da cui è partito tutto: la gioia di un ‘Dio-con-noi’ che non ci abbandona a noi stessi; la speranza che i sogni di giustizia e di pace non sono vani; la possibilità concreta che l’amore vinca e il bene sia più forte del male. Non lasciamoci rubare ciò che di più prezioso ci è stato dato: “un bambino è nato per noi” (Is 9,5). La piccola grande storia di Gesù ha cambiato la storia e le sorti del mondo. Non lasciamoci rubare questa rivoluzionaria e consolante verità, affogandola nel nostro smemorato oblio o nelle nostre frettolose distrazioni. Lasciamoci rapire dalla scelta di quel Dio-bambino che può ancora illuminare e orientare la storia dell’umanità di oggi. Qualcuno ha detto: “solo nel Cristo fatto uomo, il divino si poteva fare così umano e l’umano così divino”. Che il Natale di quest’anno sia l’occasione di condividere con il Dio-bambino questa scelta di ‘umanità’, ne va della verità di ciò che celebriamo, del senso di questi giorni che viviamo, ne va della possibilità di un presente che possa aprirsi a un futuro umano.
L’augurio allora è quello di non lasciarci rubare il Natale,
quello vero, quello che ci fa più umani tra noi e con tutti!
+ Giuseppe












