Ritiro di Avvento per le famiglie della Comunità I Figli tra gli Angeli

“Dio non cancella il nostro dolore, ma lo attraversa”

Nella quarta domenica di Avvento, presso il Seminario Vescovile di Oppido Mamertina, si è svolto il ritiro spirituale delle famiglie della Comunità I Figli tra gli Angeli, guidato dal tema: «Dio non cancella il nostro dolore, ma lo attraversa».
Famiglie provenienti da diverse comunità della Piana si sono ritrovate insieme per vivere una giornata di preghiera, ascolto e condivisione, formando un’unica famiglia segnata dalla dolorosa esperienza della perdita di un figlio o di una figlia. Il ritiro ha rappresentato un tempo prezioso per riscoprire che il dolore, pur rimanendo, può essere condiviso e sostenuto nella comunione fraterna, diventando meno opprimente quando è abitato dalla presenza dell’altro.
I fondatori della Comunità, Mimmo e Francesca Barillà, hanno accolto le famiglie con grande affetto e discrezione, offrendo una testimonianza viva di come un dolore profondo, attraversato con fede, possa trasformarsi in prossimità, ascolto e servizio verso chi vive la stessa ferita.
La meditazione biblica ha guidato i partecipanti attraverso il Vangelo della Visitazione (Lc 1,39-45). Maria, pur turbata dall’annuncio dell’angelo, si alza e si mette in cammino verso Elisabetta. In questo gesto si è riconosciuta l’immagine di ogni genitore ferito che, pur piegato dal dolore, trova la forza di rialzarsi per andare incontro al fratello che soffre. Il cammino di Maria diventa così paradigma di un dolore che non si chiude su se stesso, ma si apre alla relazione e alla condivisione.
Il Vangelo della domenica ha poi offerto la figura di san Giuseppe, uomo giusto e silenzioso, segnato dall’inquietudine e da notti insonni alla ricerca di una risposta davanti a un evento incomprensibile. Giuseppe rappresenta il volto di tanti genitori che, nel silenzio e nella sofferenza, cercano un senso al proprio dolore. L’invito dell’angelo a «non temere» è risuonato come un appello a fidarsi di Dio, ad aprire il cuore alla sua volontà anche quando le risposte umane sembrano insufficienti.
Durante il ritiro è stata proposta anche una storia simbolica, quella di Anna e Marco, due genitori che avevano perso ogni speranza dopo la morte della loro figlia. L’incontro con un’altra madre, segnata dallo stesso dolore, e il dono di una piccola pianta da custodire, diventano segno concreto di una vita che continua a chiedere cura e attenzione. Attraverso questo gesto, i due genitori comprendono che il dolore resta, ma che è possibile continuare a vivere per amore di chi non c’è più, trasformando la sofferenza in responsabilità e bene donato.
La celebrazione eucaristica, momento centrale della giornata, è stata animata con cura e partecipazione. Al termine, Mimmo e Francesca Barillà hanno consegnato a ogni genitore una piccola piantina, segno di speranza e impegno quotidiano: prendersene cura come scelta di vita, di fiducia e di amore.
Un sentito ringraziamento è stato rivolto all’assistente spirituale della Comunità, don Rosario Attisano, che attraverso la meditazione e l’omelia ha aiutato i presenti a riflettere sul senso cristiano del dolore, chiamato ad aprirsi alla luce di Dio, fino a diventare, da ferita che sanguina, una feritoia di speranza e di vita.
Un grazie particolare anche a suor Norma e suor Mercì, che con grande dedizione hanno preparato il pranzo, rendendo concreto il clima di fraternità e accoglienza, e al seminarista Francesco Paonni, che con il canto e il servizio liturgico ha contribuito a rendere intensa e partecipata la celebrazione eucaristica.
La giornata si è conclusa in un clima di serenità e comunione, attorno alla tavola, segno di una Chiesa che accompagna, ascolta e cammina accanto a chi soffre, testimoniando che il dolore non si cancella, ma, vissuto nella fede, può essere attraversato insieme, alla luce della speranza cristiana.

Comunità figli tra gli angeli