Convegno Pastorale Diocesano
Rizziconi, 7-8 novembre 2014
Un cammino di ricerca
(Schema della relazione di Vittorio Sozzi)
1. Prendo le mosse per questo mio intervento dal discorso tenuto da Papa Francesco all’incontro con il mondo della cultura a Cagliari, il 22 settembre 2013, in cui ha esordito affermando “mi lascio guidare da un brano del Vangelo, facendone una lettura “esistenziale”, quello dei discepoli di Emmaus”.
2. La ricerca è l’elemento determinante quando ci poniamo di fronte alla verità: ricerca di cosa? Ricerca di chi?
3. Credo che si possa riconoscere nell’esperienza del cammino dei discepoli di Emmaus una sintesi del percorso di ricerca a cui uomini e donne di ogni tempo sono chiamati, ma che in questo nostro tempo si caratterizza soprattutto come ricerca individuale, quasi isolata rispetto ad un contesto e ad uno cammino condiviso.
4. Anzi, oggi spesso non c’è la consapevolezza della ricerca : il relativismo più volte denunciato come male oscuro dei nostri giorni è il riconoscimento che non c’è nulla di assoluto per cui valga la pena spendersi e quindi non c’è nulla da cercare.
5. Questo non è solo un modo di pensare che riguarda pochi, ma è un comune sentire che tocca tutti, anche chi nominalmente esprime un’appartenenza religiosa.
6. Ritroviamo questo atteggiamento in noi, nelle nostre comunità cristiane, nelle persone che incontriamo.
7. Viviamo sempre di più uno “spaesamento” che ci spiega l’invito rivolto da Papa Francesco alla Chiesa a percorrere le vie delle periferie, a partire dalle periferie, dalle periferie esistenziali.
8. La ricerca di un senso ci costringe a fissare lo sguardo su qualcosa o qualcuno in grado di muoverci, di metterci in cammino, ponendoci davanti una meta rispetto alla quale incamminarci: questo è il percorso che è chiamata a favorire la Chiesa che vive un tempo segnato dall’appiattimento su una dimensione orizzontale.
9. In questo nostro tempo l’evangelizzazione si comprende esattamente nella logica della proposta di un incontro con la Persona di Gesù, che orienta tutta l’esistenza.
10. Questa descrizione della scelta fondamentale a cui ogni uomo è chiamato ci rimanda a quello che mi permetto di considerare il paradigma del cammino del cristiano, ma anche di ogni uomo in ricerca, raccontato dal Vangelo e precisamente dal Vangelo di Luca 24, 13-35.
11. Il cammino di ricerca dei due discepoli di Emmaus (una ricerca che è in realtà una fuga, una fuga dalla città, dalla realtà e dalla verità) è molto affine al cammino dell’uomo contemporaneo e della società nel suo insieme.
12. Ebbene, è interessante riconoscere come il Forestiero sia abile nel favorire un passaggio dalla fuga alla ricerca, o meglio come sappia aiutare i due a riconoscere che quella fuga esprime un bisogno di ricerca, che chiede di essere esplicitato e riconosciuto.
13. In questo pellegrinaggio i tratti dell’incontro, della presenza personale, della novità non sono frutto del caso, ma di un’azione positiva e propositiva del Risorto, nelle sembianze del Forestiero
14. La Chiesa è chiamata a creare tutte le condizioni perché questa azione positiva e propositiva venga posta, anche quando la richiesta non è esplicitata. Forse vuol dirci questo Papa Francesco quando ci invita a porre segni eloquenti.
15. Dovremmo porre attenzione al metodo pedagogico del Forestiero, che dovrebbe diventare il metodo tipico della comunità cristiana che evangelizza.
16. E’ un metodo in cui i protagonisti insieme vivono un’esperienza di ricerca, ritmata in alcuni passaggi scanditi dall’iniziativa del Forestiero il quale incontra, domanda, ascolta, propone.
17. Il cammino di ricerca esige una capacità di modulare un percorso di questo tipo, un percorso che è a misura di persone, ma che sempre mira alla conoscenza e alla contemplazione della Verità.
18. In questo tempo la Chiesa è chiamata a condividere con l’uomo contemporaneo quei tre passaggi individuati da Papa Francesco alla luce del brano di Emmaus: “disillusione, rassegnazione, speranza”. Allora si potrà rivivere l’esito del viaggio dei due discepoli di Emmaus, caratterizzato non più dall’iniziativa del Forestiero, ma dalla loro iniziativa, cioè dalla decisione di partire e di tornare a Gerusalemme (il luogo da cui erano scappati) per testimoniare che hanno visto il Risorto.
19. Come vivere concretamente questo percorso? Poniamo in atto iniziative che ci aiutino a leggere, comprendere insieme come Chiesa la realtà in cui viviamo e poi dobbiamo prevedere azioni che aiutino le persone a vivere con dignità e con responsabilità.
20. I luoghi in cui si elabora il pensiero sono quelli in cui la gente vive, lavora, studia, ricerca ciò che è vero, bene e bello per il singolo e per la collettività: questi sono i luoghi in cui i cristiani devono stare con intelligenza e per questo è necessario raccordare una testimonianza comunitaria a quella a cui è chiamato il singolo credente.