Prima Sessione di formazione dei catechisti/e della diocesi: La Chiesa che forma.

Nei giorni 21 – 24 ottobre, l’Ufficio catechistico della nostra Diocesi guidato da Don Giuseppe Sofrà, e la collaborazione di Don Giuseppe Ascone, referente dell’Apostolato Biblico Diocesano, ha organizzato una serie d’incontri di formazione con tutti i catechisti/e sull’Iniziazione cristiana, dal tema:

“CHIESA GREMBO CHE GENERA ALLA FEDE”.

            L’Iniziazione cristiana rappresenta il nodo pastorale fondamentale emerso dai vari incontri che il nostro Vescovo Giuseppe ha avuto in questi primi mesi di episcopato con distinti soggetti ecclesiali (presbiteri, diaconi, laici impegnati nei vari ambiti della pastorale). Alla luce degli incontri informali, e nello scambio di pareri, suggerimenti e punti di vista – continua ancora il vescovo – è emersa la necessità che l’iniziazione cristiana, diventi oggetto prioritario del percorso della nostra chiesa diocesana, punto di riferimento per la nostra riflessione e preghiera (cfr. intervento del Vescovo all’assemblea diocesana 12 settembre 2024 pag. 7 – 9).

            Gli incontri vicariali, che continueranno con la stessa modalità nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, si sono tenuti con una numerosissima presenza di catechisti provenienti da quasi tutte le Parrocchie della Diocesi.

            L’incontro è iniziato con delle domande che il relatore, Don Francesco Vanotti, presbitero della Diocesi di Como, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano e referente per la catechesi della Conferenza Episcopale Lombarda (CEL), ha posto alle catechiste convenute dalle parrocchie:

            Bisogna convertire la catechesi o dobbiamo invece convertire noi stessi, il nostro sguardo sulla realtà e le persone? Che cosa inizia alla vita cristiana?

            Papa Francesco ci invita a considerare che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca per cui se il mondo sia cambiato bisogna cambiare la catechesi e il modo di approcciarci a essa.

            Il relatore durante il suo illuminato intervento, ha presentato le due dimensioni da cui guardare l’iniziazione cristiana: la Prospettiva Spirituale ed Ecclesiale: sono, infatti, le comunità cristiane che favoriscono l’azione di Dio attraverso l’ascolto, la vita sacramentale e la vita fraterna  sul modello di Atti 2, 42), ma spesso – bisogna dirlo –  non sempre sono consapevoli di dover fare spazio a Dio.

            Che cosa inizia alla fede? O meglio chi? E’ Dio non siamo noi. Come far diventare cristiani i nostri ragazzi? La fede è la risposta a un dono che Dio ci ha fatto; bisogna ridare il primato all’iniziativa di Dio.

            Che cosa accade in questo nostro tempo tra Dio e gli uomini? Dio offre la fede a tutti; il catechista è un facilitatore, come l’agricoltore per il terreno che prepara i ragazzi a incontrare Gesù.

            L’Iniziazione Cristiana non grava sulle nostre spalle, è un tirocinio, un apprendistato alla vita cristiana; Dio chiede a noi una risposta ( Positiva o negativa), essendo capaci di mettere al centro l’azione di Dio.  Si è poi passati a individuare in questo percorso i  soggetti per vivere un esperienza di vita cristiana :  Famiglia –  comunità – catechisti

            La comunità è la “madre che genera alla fede”, una madre non perfetta ma con diverse ministerialità che ben compaginate la edificano e la sostengono nel cammino.

            E’ quanto mai urgente ritornare a recuperare il compito di generare alla fede, in quanto non siamo aziende o ONG, ma consapevoli che “l’infecondità dell’evangelizzazione è un problema ecclesiologico” ( Enzo Biemmi).

            Compito di tutti è aiutare le comunità e le famiglie a recuperare la dimensione comunitaria della fede, partendo dalla realtà con uno sguardo sereno, per intercettare i bisogni, i nuovi germogli, ma anche le fatiche e le fragilità presenti nel tessuto umano e sociale della nostra Chiesa.

            Attraverso l’uso di alcune“slide”, Don Francesco ha fatto riferimento al  Documento : incontriamo Gesù citando il n^ 52 dove si dice che:  La comunità è il soggetto dell’IC,  e che le persone più attive alla vita cristiana (lettori – accoliti – ministri della comunione – responsabili gruppi e movimenti), ognuno col proprio carisma, contribuiscono a rendere la Chiesa  tutta ministeriale.

            E’ necessario assumere uno “stile sinodale di comunione”, non andando avanti col pilota automatico, perché i ragazzi non sono tutti uguali; come anche la necessità di valorizzare le esperienze che ti cambiano la vita.

            Far risuonare il kerigma l’annuncio pasquale della morte e resurrezione di Gesù – iniziare ai segni liturgici – celebrativi, facendo vivere nelle parrocchie  una celebrazione che veda il coinvolgendo attivo e creativo delle famiglie e momenti di preghiera con i ragazzi. La famiglia, infatti, è il luogo in cui si inizia alla fede, e si muovono i primi passi, accompagnando, sostenendo e incoraggiando il cammino, si imparano a leggere i segni ordinari presenti nelle nostre “ chiese domestiche”.

            La prima preoccupazione – per la Parrocchia – devono essere i genitori non  i ragazzi, per cui sarebbe bello che ogni comunità esprima 2 o 3 famiglie, le quali curate e formate si impegnino per la catechesi alle altre famiglie, attraverso il percorso della “ mistagogia”. Questo vuol dire offrire tempi e spazi e nuove figure di laici per la cura indispensabile della formazione umana e cristiana da parte della Comunità parrocchiale.

            Il relatore ha concluso gli incontri con un augurio ai convenuti citando quanto il papa disse in una sua udienza con i catechisti : “Siamo uomini e donne di relazioni, ritornate  a tessere relazioni nella comunità,  siate artigiani di comunità (30 Gennaio 2021).

            Da parte delle catechiste che hanno partecipato, alcune accompagnate dai parroci, si è riscontrato un positivo entusiasmo per la ripresa degli incontri dopo il covid, convinti che “tutti siamo chiamati a formarci per poter formare”. Non per ultimo ma è doveroso rivolgere un sentito ringraziamento per aver curato la parte tecnica a Salvatore Ascone e Vito Mustica.

Sac. Giuseppe Ascone

Referente Diocesano del S.A.B.