Un’intensa e profonda esperienza di fede e di umanità ha attraversato il carcere di Laureana di Borrello durante il tempo di Pasqua. Grazie all’impegno della direttrice, dott.ssa Arrotta, del comandante Ramondino, degli educatori dott.ssa Prossomariti e dott. Pannuti, di tutto il personale penitenziario, e soprattutto grazie alla collaborazione del cappellano don Rosario Rosarno e dell’Associazione Prison Fellowship Italia, è stato possibile vivere momenti di autentica fraternità.
Il responsabile di Prison Fellowship Italia, dott. Di Turo, insieme alle volontarie della comunità di Rosarno Elena, Luana, Teresa, Annamaria, Marina e Cetta, ha offerto un pranzo speciale a tutti i detenuti. Un gesto semplice e potente, che ha dato sapore e colore a una giornata di festa vissuta intensamente.
Durante il tempo del pranzo comunitario ciascuno ha potuto pregare nella propria lingua — italiano, turco, arabo, uzbeko, russo, farsi — come segno visibile di un’umanità variegata e in cerca di speranza. Il clima di convivialità è stato reso ancora più gioioso dai canti e dalla condivisione di esperienze di vita, in un’atmosfera di rispetto, ascolto e vicinanza.
Il pranzo si inserisce nel cammino delle celebrazioni pasquali, che sono state vissute nella loro pienezza all’interno dell’istituto penitenziario:
– Domenica di Passione, con la benedizione delle palme, segno delle difficoltà e fatiche della della vita che vengono assunti dal Cristo che affronta la Passione sul dorso di un umile puledro, immagine delle nostre povertà;
– Giovedì Santo, con la suggestiva lavanda dei piedi ai carcerati e la distribuzione del pane benedetto a tutti, cristiani e non, come gesto di fraternità universale che supera ogni barriera;
– Venerdì Santo, con l’azione liturgica dell’adorazione della croce, memoria della libertà dal peccato donata da Gesù nella sua morte, e con la meditazione della Via Crucis che ha voluto portare nelle mura della cappella del carcere, dedicata recentemente a p. Luigi Ragione, tutti i “poveri Cristi” del mondo e le loro “croci quotidiane”;
– La Domenica di Pasqua è stata celebrata con la Santa Messa, durante la quale la presentazione all’altare di una piantina di rose gialle da parte dei detenuti e donata da una benefattrice, ha voluto simboleggiare la propria rinascita e la Vita nuova in Cristo Risorto. A conclusione della celebrazione il cappellano ha benedetto le celle perché possano essere, anche in mezzo alle difficoltà, luoghi di Risurrezione.
Un ulteriore segno di attenzione è giunto dalla Caritas diocesana, che ha donato uova di Pasqua per i figli minorenni dei detenuti e dolci per questi ultimi, per rendere ancora più viva la speranza nel giorno di festa.
La Pasqua nel carcere di Laureana – come pure la celebrazione dell’Eid-al-Fitr, la festa di fine Ramadan voluta dal cappellano – ha raccontato ancora una volta che nessun luogo è escluso dalla luce della Risurrezione e che ogni uomo, ovunque si trovi, qualsiasi sia la sua religione, è amato da Dio e chiamato alla libertà vera.