News

24/Giu/25

Il vescovo Mons. Giuseppe Alberti incontra gli studenti dell’Istituto Superiore Teologico Pastorale di Gioia Tauro

A conclusione dell’anno formativo 2024-2025 il nostro vescovo Mons. Giuseppe Alberti lunedì 23 c.m. ha voluto incontrare gli studenti e i diaconi che quest’anno hanno frequentato l’Istituto Superiore Teologico Pastorale della Diocesi per porgere il suo saluto e portare la sua parola in un incontro che è stato, come ha sottolineato il Direttore dell’I.S.T.eP. don Elvio Nocera nell’introduzione, di ascolto e di confronto.

Don Elvio ha ringraziato gli studenti per la loro presenza numerosa e il vescovo per la sua tenacia e caparbietà nell’aver voluto la riapertura dell’Istituto mirando subito, anche in ossequio a quello che il Sinodo diocesano si era prefissato, alla sua valorizzazione. Un grazie speciale poi per la segretaria Vittoria Rodinò per la sua presenza attenta, discreta e insostituibile.

Il vescovo ha ringraziato don Elvio per aver pensato insieme a lui a questo percorso formativo e ha ringraziato gli studenti, certamente mossi dalla sana curiositas di approfondire il mistero di Dio, il suo piano salvifico attuato e compiuto in Gesù Cristo, attraverso l’atteggiamento della fede, ma anche attraverso la ragione: si parla dell’uomo che è capax Dei, che ha cioè  la capacità di aprirsi a Dio e di accogliere il dono che Egli fa di se stesso per una vita che solo così si fa più piena e diventa testimonianza.

Il vescovo ha definito l’I.S.T.eP. il punto più avanzato della nostra Diocesi per una fede pensata, che riesce a maturare una capacità di testimonianza reale, che non si riduce a fideismo, vale a dire a una fede con radici molto superficiali né sfocia nel secolarismo, in cui dubbio o indifferenza portano a escludere Dio dalla vita. La fede pensata, al contrario, anche nei momenti di deserto, di difficoltà ci può aiutare ad evitare le situazioni di pericolo, a traghettare, ha aggiunto il vescovo con una bella immagine, il Vangelo tra Scilla e Cariddi, tra fideismo e indifferentismo.

Ha evidenziato poi gli aspetti positivi della vita dell’Istituto: la presenza numerosa degli alunni, la loro costanza; ha aggiunto: “Voi siete un segno di speranza nella nostra Diocesi nel senso sostanziale, perché siamo consapevoli che quello che fate, lo fate per la nostra Diocesi, un ricevere dal percorso di studi per condividerlo”. In questo senso il vescovo si è augurato che ci sia per il prosieguo un salto di qualità attraverso percorsi formativi che devono soprattutto alimentare la nostra spiritualità, perché una spiritualità autentica si può basare solo su una vera teologia.

Si è riferito poi alla scelta degli studi dell’anno trascorso, una scelta tridimensionale perché basata sulla Parola, per far parlare il Signore perché senza la sua Parola non costruiamo niente;  sulla ministerialità, riorganizzata dal punto di vista istituzionale, perché non riferita solo ai ministeri ordinati ma a tutti gli altri ministeri che sono presenti nella Chiesa, e che devono essere sempre animati da un atteggiamento di servizio; sulla dottrina sociale della Chiesa che richiama alla dimensione sociale del nostro essere Chiesa nel nostro territorio, aprendoci, ispirati dal Vangelo, ad atteggiamenti di carità  dove c’è sofferenza, violenza, abuso, problematicità, limiti, con i diaconi che devono essere animatori di questa diaconia, promotori della carità. “E in questi ambiti – ha detto il vescovo – è importante arrivare alla prassi, mettendo la forza rivoluzionaria del Vangelo per raggiungere traguardi di libertà e di liberazione dal male”.

Augurando a tutti un buon cammino, ha infine fatto presente che per il prossimo anno ci si propone il raggiungimento di un secondo livello che oltre alle discipline già proposte nel primo anno, si apra a nuovi orizzonti formativi con lo studio della Teologia morale, dell’Ecclesiologia di comunione e della sinodalità, della Teologia della comunicazione e dell’Intelligenza Artificiale, con i percorsi formativi per il ministero del Lettorato o dell’Accolitato.

Per questo sì è augurato che la proposta venga aperta a tutti le persone che vivono vicini alla Chiesa, inserite nei Consigli Pastorali, nei Consigli di Gestione Economica delle Parrocchie, nei Gruppi di preghiera, nei movimenti, a tutti coloro che hanno la predisposizione al servizio attivo nella Chiesa e desiderano affinare la loro formazione.

Nell’intervento finale don Elvio ha evidenziato la necessita di passare dalla formazione  all’azione, da una fede pensata a una fede vissuta, non cessando mai di stupirsi di fronte all’azione dello Spirito, e riprendendo il discorso di Papa Leone ai vescovi italiani, invitando a non scoraggiarsi, anzi a convincersi che nella Diocesi di Oppido-Palmi si sta camminando bene,  a capire che la sinodalità va vissuta in vista dell’unità e della comunione, e a puntare soprattutto alla cura delle parole, gesto questo di umanità, responsabilità e carità.

L’incontro si è concluso con la preghiera dei primi vespri della solennità di San Giovanni Battista e con un momento di condivisione agapica vissuta in spirito di vera fraternità.

Ufficio Comunicazioni Sociali

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

Appuntamenti del Vescovo

Tutti gli appuntamenti

AGENSIR news

Droga. Squillaci: “Leone XIV ci ha dato speranza e dignità. E ci ha invitato a distinguere i mercanti di morte dalle vittime”

“La droga e le dipendenze sono una prigione invisibile”. “Insieme. Il male si vince insieme. La gioia si trova insieme. L’ingiustizia si combatte insieme”. “Il nostro combattimento è contro chi [...]

Leone XIV: “la gente non può morire a causa di fake news”

“Oggi la violenza bellica sembra abbattersi sui territori dell’Oriente cristiano con una veemenza diabolica mai vista prima”. A lanciare il grido d’allarme è stato Leone XIV, che ricevendo in udienza [...]