La Chiesa accanto ai più fragili: la Diocesi di Oppido-Palmi inaugura lo Sportello Antiusura, un’opera giubilare di speranza, ascolto e legalità

È stato inaugurato sabato 4 ottobre, presso la Casa del Laicato “Mons. Luciano Bux” a Gioia Tauro, lo Sportello Antiusura della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, opera giubilare nata per volontà di S.E. Mons. Giuseppe Alberti come segno concreto della Chiesa che si fa prossima alle fragilità del territorio.

Nel cuore della Piana di Gioia Tauro, terra bella ma segnata anche da gravi piaghe economiche e sociali, l’apertura dello sportello rappresenta una risposta profetica e concreta al grido silenzioso di chi rischia di diventare vittima dell’usura.

Lo sportello, che avrà sede nei locali del Centro d’ Ascolto diocesano presso la Casa del Laicato, nasce con una duplice missione: sensibilizzare e prevenire. Agirà infatti prima che l’usura si verifichi, attraverso ascolto, consulenza finanziaria, accompagnamento personalizzato, mediazione con istituti bancari e supporto nella gestione del debito. In un tempo in cui tante famiglie si ritrovano smarrite e senza punti di riferimento, l’opera intende offrire non solo strumenti tecnici ma anche umani, relazionali e spirituali.

Il progetto è affidato all’associazione “I Segni dei Tempi ETS”, ente diocesano che coordina e gestisce le opere caritative della Caritas Diocesana di Oppido Mamertina-Palmi, forte di una lunga esperienza nell’ascolto e nel sostegno ai poveri, agli emarginati e alle famiglie in difficoltà, coadiuvato da professionisti del settore sociale e finanziario. Lo sportello sarà anche un osservatorio permanente sul territorio, capace di intercettare e prevenire situazioni a rischio, promuovendo una vera cultura della legalità e della solidarietà. Si occuperà inoltre di tematiche correlate come ludopatia, racket ed estorsioni, che spesso si intrecciano con il fenomeno dell’usura, in un’ottica integrata di prevenzione e riabilitazione sociale. Fondamentale sarà anche il coinvolgimento delle istituzioni locali: i 33 comuni della Piana di Gioia Tauro sono chiamati a diventare, infatti, partner attivi del progetto attraverso i loro servizi sociali, in una rete che vuole farsi prossimità e alleanza per il bene comune.

Dopo la benedizione dell’opera e lo svelamento della targa si è svolto un interessante convegno presenziato dal Vescovo Mons. Giuseppe Alberti, dal Direttore della Caritas Diocesana Diacono Michele Vomera e dal Vicario episcopale per la Carità Don Benedetto Rustico. Ospite d’eccezione Don Andrea La Regina, Presidente della Fondazione Antiusura “Nashak”.

Don Andrea ha sottolineato l’importanza di educare i giovani a una sana gestione del denaro e di mantenere l’ascolto come base d’intervento davanti ad ogni caso poiché “è la relazione che crea la soluzione”. Il Diacono Vomera ha poi parlato dell’importanza di essere strumenti nella lotta all’usura, esponendo,inoltre, alcuni dati sulla presenza della  ludopatia nella Piana di Gioia Tauro, dove il gioco d’azzardo rappresenta spesso una fuga dalla solitudine che può condurre alla povertà. Infine il Vescovo Mons. Alberti ha ribadito che la “conversione deve partire dall’accettazione individuale e comunitaria dell’esistenza del problema e quindi  nell’attuazione di interventi basati sulla cultura della solidarietà”.

Dopo il convegno, insieme all’equipe dello sportello antiusura e alla Presidente dell’Associazione I Segni dei Tempi, Dott.ssa Noemi Trimarchi, si è celebrato il taglio della torta come segno di buon augurio per la nuova iniziativa, condividendo gli intenti con presbiteri, rappresentanti istituzionali e volontari e già da subito, con il supporto e la preparazione di Pasquale Fusco, collaboratore della Fondazione Antiusura Nashak, si è svolta una prima formazione dedicata agli operatori coinvolti nelle attività dello sportello.

In un tempo di crisi diffusa, dove l’emergenza economica spesso si trasforma in dramma umano e sociale, la Chiesa locale, attraverso questo sportello, lancia un segnale chiaro: nessuno è solo e la speranza è possibile, il segno di una Chiesa madre, che accoglie e sostiene; di una comunità solidale, che non si gira dall’altra parte; di una speranza concreta, che prende carne nella vita delle persone. Perché è proprio la speranza la parola più importante di questa giornata: una speranza che non illude, ma che accompagna e libera.

Lina Maiolo
Ref. Comunicazione Caritas diocesana