Si è svolto sabato 29 novembre l’atteso (evito di dire consueto perché la consuetudine può mortificare la freschezza del messaggio evangelico), appuntamento di inizio Avvento dedicato ai Ministri Straordinari della Santa Comunione e ai Ministri della Consolazione. Un pomeriggio di preghiera e meditazione che ha visto l’Auditorium della Casa del Laicato totalmente occupato di laici e religiosi riuniti per riflettere sul tema e sul significato dei pastori come primi destinatari dell’annuncio della nascita di Gesù.
L’incontro si è aperto con la preghiera per l’Avvento che quest’anno era dedicata al Cristo che viene e si palesa nei modi e nei luoghi per noi inaspettati, non nelle luci delle luminarie ma piuttosto nei vicoli abbandonati e mal frequentati delle nostre città. Non negli abiti di lusso ma nei poveri stracci di un barbone morto dal freddo ai bordi della strada
L’apprezzata meditazione guidata da Don Salvatore Larocca è stata incentrata sul Vangelo di Luca (Lc 2, 8-20), focalizzandosi sulla figura dei pastori, definiti non a caso i “primi ministri” dell’incontro con Cristo.
Don Larocca ha chiaramente sottolineato come i pastori fossero “veglianti”. Per il Ministro Straordinario, questo richiama l’atteggiamento di vigilanza spirituale. Come i pastori facevano la guardia al gregge nella notte, così il ministro è chiamato a vegliare sulle fragilità della comunità (malati e anziani) portando la luce dell’Eucaristia nelle “notte” della sofferenza.
Il cuore della riflessione ha toccato il tema dell’umiltà. I pastori non trovano un re in un palazzo, ma un bambino in una mangiatoia figura premonitiva di quel cibo spirituale che Gesù diverrà per ognuno di noi – in fasce anche qui un richiamo al sudario che avvolgerà il corpo del Crocifisso. È stato ricordato ai presenti che il loro servizio richiede lo stesso stupore: nel piccolo frammento di pane consacrato e nel volto spesso sofferente del malato, sono chiamati a riconoscere la grandezza di Dio. “Non cercate segni eclatanti,” è stato detto, “ma abitate la semplicità dei gesti di cura quotidiana.”
Infine, il tema dell’urgenza. Dopo l’annuncio, i pastori vanno “senza indugio” abbandonando la loro sicurezza (il gregge che rimane incustodito) Questa “santa fretta” è stata indicata come modello per il ministro che non trattiene il dono per sé, ma si fa “pellegrino di speranza” (richiamo al Giubileo) per portarlo agli altri. L’Eucaristia non è un premio per perfetti, ma un viatico per chi è in cammino.
Molti sono stati gli interventi e le testimonianze condivise nell’assemblea attenta e grata per le parole di esortazione che Don Salvatore ha voluto consegnare ad ognuno di noi
La giornata si è conclusa con la benedizione impartita dal relatore
Diac Antonio Scarcella
Direttore




















