Come ci dice Papa Francesco: “peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla”.
Ecco perché allora è necessario vivere la Quaresima come tempo per rinnovare fede, speranza e carità.
E’ questo infatti il centro del tradizionale Messaggio per la Quaresima di Papa Francesco che quest’anno attinge dall’enciclica Fratelli Tutti e ha come tema: “’Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…’ (Mt 20,18). Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità”.
La Quaresima ricorda il Pontefice “è un tempo per credere, per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di ‘prendere dimora’ presso di noi”. E digiunare vuol dire “liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma ‘pieno di grazia e di verità’ (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatore”.
Ma la Quaresima è anche tempo di speranza nella riconciliazione, perché “ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono: avendolo noi stessi ricevuto, possiamo offrirlo attraverso la capacità di vivere un dialogo premuroso e adottando un comportamento che conforta chi è ferito”. Quindi l’invito, ripreso dall’enciclica “Fratelli tutti”, a “dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano”. In questa seconda Quaresima nella pandemia bisogna imparare ad essere “una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza”.
Infine la Quaresima è tempo di carità. “La carità, vissuta sulle orme di Cristo, nell’attenzione e nella compassione verso ciascuno, è la più alta espressione della nostra fede e della nostra speranza – commenta il Papa – La carità si rallegra nel veder crescere l’altro. Ecco perché soffre quando l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senzatetto, disprezzato, nel bisogno… La carità è lo slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che genera il vincolo della condivisione e della comunione”.
Ufficio Comunicazioni Sociali