giovedì 25 Apr 2024

I^ Settimana – 15 marzo 2019



 
Iniziamo con questa settimana l’#esamecoscienzadigitale vero e proprio. Sul primato della Parola e dello spazio, centrale nella vita di ogni giorno, assumiamo come parole guida
PRESENZA E DIALOGO.
Le domande che seguono ci introducono nella seconda categoria, il tempo.

Il nostro è caratterizzato dai social e il rapporto con esso ci pone di continuo su dimensioni da saper governare per non esserne dominati.

Da qui una considerazione preliminare e le domande su cui soffermarsi.

  L’ambiente digitale è ormai parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei giovani, e come persone di fede anche noi abbiamo la possibilità di dialogare con chi vive in questo ambiente, «non tanto per essere al passo coi tempi, ma proprio per permettere all’infinita ricchezza del Vangelo di trovare forme di espressione che siano in grado di raggiungere le menti e i cuori di tutti» (Benedetto XVI).

 

• Quanto tempo al giorno dedico alla cura del profilo/pagina?

• Preferisco scrivere le mie idee o condividere quelle degli altri?

• Mi capita di citare il Vangelo durante le conversazioni in rete su temi importanti?

• Il mio profilo social corrisponde alla mia personalità o è solo una proiezione di essa?


 Il tempo che passo sui social lo definisco tempo speso bene?

Continua a cercare nelle Sacre Scritture passi che si riferiscono all’uso saggio del tempo.

Il Libro di Qoèlet, cap. 3, potrebbe dartene l’avvio, ma anche i Vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento riprendono spesso la riflessione su questo dono prezioso. 
 



Ti ringrazio Signore

per tutti i post che ho letto sui social,

alcuni gioiosi e divertenti, altri tristi,

altri ancora pieni di noia o di nostalgia.

Mi hanno aiutato a dialogare meglio con le persone face-to-face.

Ti chiedo perdono

per tutti i post inutili

o potenzialmente offensivi che ho scritto.

Anche se li posso eliminare dalla bacheca,

sicuramente avranno lasciato ferite nel cuore.

Ti chiedo perdono

per tutto il tempo perso

a leggere le cose-degli-altri al posto di fare qualcosa per gli altri.



 

 

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