domenica 28 Apr 2024

“Cuore a cuore con il prossimo”

Con uno slancio da atleti, un grido da profeti, una fiducia nella instancabile benevolenza del Signore, il richiamo a lavorare sull’essere e non sull’apparire si apre ancora, come mistero e sacramento di salvezza, la Quaresima, tempo privilegiato per la mai smessa conversione della vita in Cristo, che fa nuove tutte le cose.
Rinfrancate i vostri cuori (Gc 5,8) è l’invito-incoraggiamento che Papa Francesco ha rivolto alla Chiesa nel suo Messaggio di quest’anno, centrando la riflessione sulla globalizzazione dell’indifferenza e sviluppandola per scenari ampi, universali, particolari, personali. Ci troviamo in perfetta comunione con il suo sentire e il suo avvertirci con le parole di vita:

  1. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono” (1Cor 12,26) – La Chiesa
  2. Dov’è tuo fratello?” (Gen 4,9) – Le parrocchie e le comunità
  3. Rinfrancate e vostri cuori!” (Gc 5,8) – Il singolo fedele.

La nostra Chiesa si trova pienamente inserita in questo circuito dal respiro ampio ma attento al mondo più prossimo e sembra quasi fotografata dall’esortazione finale del Messaggio:
«La sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. E potremo resistere alla tentazione diabolica che ci fa credere di poter salvarci e salvare il mondo da soli.
Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett. enc. Deus caritas est, 31). Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro.
Per questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo in questa Quaresima: “Fac cor nostrum secundum cor tuum”: “Rendi il nostro cuore simile al tuo” (Supplica dalle Litanie al Sacro Cuore di Gesù). Allora avremo un cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigine della globalizzazione dell’indifferenza».
L’esercizio delle opere di misericordia spirituale, affidate alla creatività pratica delle singole comunità e all’impegno concreto di ognuno, sono proprio l’opposto dell’indifferenza totale. Esse richiamano l’attenzione a partire da ciò che gli occhi del cuore vedono o riescono a intuire in chi versa in condizioni di difficoltà spirituale, di prezzo pagato alle miserie umane perché si diventi loro prossimo. Accanto ai miseri con il cuore: questa è la miseri/cordia. Creati nella luce e per la pace, consolidati in noi questi doni vanno portati a chi ne avesse bisogno o ne fosse privo. Il dubbio,1’ignoranza, il peccato, l’afflizione, le offese, le molestie, la preghiera per il mondo di quaggiù e quello di lassù sono campi aperti in cui esercitare la carità della verità.
Il fulgore di questa compirà quei miracoli di superamento che la potenza del Signore saprà operare per mezzo nostro. Risuona rinnovata la consegna del Congresso Eucaristico: “Va’, e anche tu fa’ lo stesso”.
Che ognuno possa avvertirne lo spirito per restare abbagliati nella notte di Pasqua dal fuoco nuovo, sorgente della fiamma del Cero Pasquale, rimando alla presenza di Cristo nel tempo e per tutto l’Anno che da essa nasce.

+ Francesco Milito
Vescovo

 
 Oppido Mamertina, 17 febbraio 2015       
Mercoledì delle Ceneri.
 


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