mercoledì 08 Mag 2024

Omelia del vescovo Giuseppe – Esequie di suor Francesca Giusepina Paone

Monastero della visitazione, Taurianova
26-01-2023

 Il ‘Dies Natalis’ per i primi cristiani, non era la nascita in terra ma al cielo.

Sintomatico per suor Francesca aver emesso il suo ultimo spirito proprio nei vespri del Natale; nel giorno natalizio entra in cielo, tra l’altro con una devozione del tutto particolare al Gesù bambino.

Lei ha vissuto di cielo, cioè sempre orientata a ciò che è pieno, definitivo. Da sempre una istanza interiore, un desiderio di radicalità, di vita totalmente dedicata al Signore, senza riserve, senza remore nel compimento fedele e assoluto della volontà di Dio nella sua vita, nell’ordine delle suore domenicane prima, poi nella dedizione totale alle orfanelle di Catanzaro, nel primo dopoguerra, con una carità presente, generosissima, senza risparmiarsi, e poi il ritorno alla vita monastica che sembrava quasi contradicesse la sua propensione alla operosità e al suo impegno concreto nelle situazioni di bisogno, ma il discernimento del suo padre spirituale non si era sbagliato, con la stessa decisione a circa 32 anni è entrata nell’Ordine della Visitazione.

Una vita chiusa in un monastero che allo sguardo degli stolti, direbbe il testo della Sapienza, potrebbe sembrare una vita sprecata, di fronte alle tante cose che si possono fare nel mondo. Ma ecco qui il segreto vero di questa scelta radicale di vita che ricorda a tutti le realtà ultime, la dimensione definitiva dell’esistenza umana, la meta della vita cristiana: l’incontro con il Signore, la comunione eterna con Lui.

Chi decide di entrare in un monastero certamente lo fa perché sente un’intima chiamata e vi risponde con generosità totale, secondo una volontà di Dio che si è manifestata nella propria vita, ma ogni scelta ha una valenza ecclesiale, una funzione comunitaria, una esemplarità che richiama un valore.

Oggi siamo qui a pregare per suor Francesca perché, nella sua lunga vita, è stata fedele al Signore, gli ha voluto bene nella fedeltà dell’amore, vissuto nella vita monastica ma anche nella carità concreta e fattiva. Quando si ama veramente Dio, non puoi non amare il fratello che vedi (cfr, 1 Gv 4,20), specie se bisognoso, e quando ami sul serio qualcuno nella necessità, non può non vedere in lui la presenza stessa del Signore (cfr. Matteo 25,40).

Suor Francesca ha percorso generosamente entrambi i canali.

Lungo gli anni non sono mancate fatiche e sofferenze, ma la sua capacità di offerta si è sempre più affinata, scoprendo a poco a poco una ulteriore spirituale chiamata, di offrire tutto per i sacerdoti, quasi un voto personale.

La nostra presenza come presbiterio diventa un debito di riconoscenza nei suoi confronti. A volte pensiamo di essere bravi noi a fare certe cose, iniziative, attività in realtà, nella maggioranza dei casi, è grazie alla preghiera di tanti che nel nascondimento intercedono per noi e per la nostra missione di pastori. Quando saremo dall’altra parte capiremo meglio le cose e comprenderemo le vere dinamiche dello Spirito che apre e converte i cuori e che ci indica quali sono le cose e le scelte secondo Dio e la sua volontà.

Suor Francesca è stata una vergine saggia, l’olio della preghiera incessante non le è mai mancato, e il vaso della sua carità non è mai venuto meno in nessuna stagione della sua vita, l’attesa dello Sposo non è stata distratta da altro, né si è assopita nella mondanità del mondo.

Ha tenuto acceso il suo cuore e ora, ne siamo certi, si apre alla gioia dell’incontro con il suo Signore, Sposo spirituale che ha scelto, amato, seguito fino alla fine.

La liturgia cristiana e in specifico delle esequie di suor Francesca è un momento di incontro fra terra e cielo. È l’esperienza comunitaria di fede e di amore che squarcia l’immanente e permette a Dio di scendere e a noi di salire a Lui. È la ‘scala’ che ci permette di arrivare passo dopo passo al Signore. È sapienza cercarlo nel desiderio del cuore, è fonte di gioia camminare al suo incontro definitivo.

Suor Francesca ha varcato la soglia e ricorda ancora una volta a noi la meta.

Lei amava portare i fiori davanti al Signore come segno di affetto, come custode della bellezza che parla di Dio che l’ha creata e che merita essere riconosciuta e apprezzata. Amiamo pensare che ora è lei un fiore bello che è sbocciato nel giardino del paradiso e che arricchisce la gioia del cielo; amiamo pensare che ora è riempita di pienezza la sua anima assetata dall’incontro definitivo con chi l’ha creata e amata da sempre. Lei troverà la pace e nell’amore starà sempre con il Signore.

La affidiamo a Dio nell’abbraccio eterno che appaga il cuore e riempie di gioia. Sosteniamo nella vicinanza umana e spirituale le sorelle della comunità che piangono chi ha concluso il suo cammino terreno, intercediamo perché in tutti ci sia l’accoglienza piena e serena della volontà di Dio nella nostra vita e nei suoi avvenimenti, affidiamo in particolare la nostra sorella Francesca all’amore misericordioso del Padre che l’accolga nel convito dei giusti, nell’assemblea degli eletti, ritrovi nella città di Dio chi lei ha amato, chi ha servito, chi ha seguito con fedeltà e carità. Intercedono per lei Santo Stefano protomartire, diacono della carità, San Francesco di Sales e Santa Giovanna Francesca de Chantal; il Signore Gesù, il divino Sposo venga al suo incontro e la porti con sé per sempre.


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