Il Contesto liturgico: ‘La strage degli innocenti’. Questo fatto che ci porta al lato oscuro delle vicende umane che ahimè continuano anche oggi: stragi di innocenti di ieri e di oggi. Stragi di ieri riportate anche dal testo evangelico: strage di questi infanti inermi, vittime della volontà di potere di Erode che, timoroso di perdere il suo potere, con violenza e cinismo fece uccidere tutti i bimbi di Betlemme dai due anni in giù.
- Scene drammatiche, tragiche che si sono ripetute nella storia e che sono giunte fino a noi:
- Bimbi vittime delle logiche guerrafondaie dei potenti: bambini morti per le guerre
- Senza dimenticare la guerra della fame in tante parti del mondo
- Fatica di accogliere la vita quando sboccia nel seno materno: quanti bimbi mai nati!
- La nostra celebrazione, in realtà, è ricordo e memoria di un evento storico che ha aperto ferite di dolore e ha provocato morte tra noi: il tremendo flagello del terremoto del 1908 di Reggio e Messina.
- Immagine della Madonna che anche in quel doloroso contesto è stata segno di speranza: di fronte la distruzione pressoché totale, solo l’abside con la statua della Madonna dei Poveri è stata salvaguardata dal sisma, interpretato come un segno che la morte non può prevalere sulla vita, nonostante tutto.
- Siamo qui anche noi stasera per affidarci ancora una volta alla nostra Madre (fatto che si rinnova da più di 1000 anni).
- Da secoli si percepisce nel popolo di Dio la profonda solidarietà e vicinanza che la Vergine Madre ha nei confronti dei suoi figli, in particolare se nella necessità e nel bisogno.
- Madonna dei “poveri”: la leggenda riportata la conosciamo tutti ma ci chiediamo: chi sono i poveri oggi?
- Certamente persone di basso reddito che non ce la fanno ad arrivare a fine mese: hanno bisogno di aiuto e di carità (sono le necessità materiali).
- Sempre più si vive anche una povertà relazionale: una solitudine profonda, un senso di estraneità sociale che allontana, che raffredda, che isola, che dice necessità profonda di ascolto, di comprensione, di accoglienza, di affetto (povertà morale relazionale).
- Ma c’è una povertà più profonda in cui ci troviamo tutti: povertà nello spirito. Tutti abbiamo bisogno di Dio. Dio ci manca, è una necessità profonda, intima, a volte nemmeno decodificata o compresa, ma reale, impellente, costitutiva al nostro essere. Diceva il grande Sant’Agostino: “Inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te” (Inquieto è il nostro cuore finché non riposa in Te).
Di fronte a Dio siamo tutti poveri e nessuno può sentirsi grande, bravo, apposto con Dio.
Diceva la prima lettura: “se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”; “se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di Lui (Dio), un bugiardo e la sua parola non è in noi”, ma il testo termina dicendo una parola di speranza che ci solleva: “abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo giusto”.
È bella l’immagine della nostra Madonna (l’ho vista da vicino) perché ci offre il suo Figlio, ci dona Gesù, il giusto, che, se accolto, ci giustifica dai nostri peccati e fa giusti anche noi, se lo accogliamo.
Scegliamo il Signore nella nostra povertà, lui ci donerà la sua ricchezza: è ricchezza di umanità, è scoperta di fraternità, è capacità di essere “artigiani di pace”.
Ho apprezzato la capacità artistica nelle opere di ceramica (di Seminara) che mi sono state donate in questi giorni.
L’arte più grande è quella che ci insegna Maria, assieme a Giuseppe, che difende la vita del Figlio Gesù, ancora piccola e fragile, Dio bambino che si è fatto povero, totalmente vulnerabile dentro la storia umana fatta di contrasti
- tra il bene e il male
- tra la ricchezza e la povertà
- tra la forza del potere e la debolezza dell’amore.
Ancora oggi c‘è un grido nel mondo che si eleva dalle macerie delle guerre e delle carestie, delle pestilenze e dei terremoti, ma ancora più dalle macerie del peccato volontario che sporca l’uomo e la sua dignità, che attenta alla sua bellezza sfregiata perché si allontana dal progetto di Dio che Gesù bambino è venuto a ricordarci nascendo tra noi.
La Vergine Maria è memoria viva di questo dono che siamo chiamati ad accogliere e che può rispondere alla nostra radicale povertà.
La sua intercessione ci arricchisce
- di pace e di giustizia
- di amore e di misericordia
- di accoglienza e di fraternità
- di solidarietà e di vicinanza
- di bontà e di carità e di perdono.
Solo così saremo veramente ricchi davanti a Dio!