mercoledì 08 Mag 2024

OMELIA nel 90° anniversario della consegna e della dedicazione della Basilica ricostruita dopo il grande flagello del 1908

Seminara, Basilica “Madonna dei Poveri”
28-12-2023

Il Contesto liturgico: ‘La strage degli innocenti’. Questo fatto che ci porta al lato oscuro delle vicende umane che ahimè continuano anche oggi: stragi di innocenti di ieri e di oggi. Stragi di ieri riportate anche dal testo evangelico: strage di questi infanti inermi, vittime della volontà di potere di Erode che, timoroso di perdere il suo potere, con violenza e cinismo fece uccidere tutti i bimbi di Betlemme dai due anni in giù.

  • Scene drammatiche, tragiche che si sono ripetute nella storia e che sono giunte fino a noi:
  • Bimbi vittime delle logiche guerrafondaie dei potenti: bambini morti per le guerre
  • Senza dimenticare la guerra della fame in tante parti del mondo
  • Fatica di accogliere la vita quando sboccia nel seno materno: quanti bimbi mai nati!
  • La nostra celebrazione, in realtà, è ricordo e memoria di un evento storico che ha aperto ferite di dolore e ha provocato morte tra noi: il tremendo flagello del terremoto del 1908 di Reggio e Messina.
  • Immagine della Madonna che anche in quel doloroso contesto è stata segno di speranza: di fronte la distruzione pressoché totale, solo l’abside con la statua della Madonna dei Poveri è stata salvaguardata dal sisma, interpretato come un segno che la morte non può prevalere sulla vita, nonostante tutto.
  • Siamo qui anche noi stasera per affidarci ancora una volta alla nostra Madre (fatto che si rinnova da più di 1000 anni).
  • Da secoli si percepisce nel popolo di Dio la profonda solidarietà e vicinanza che la Vergine Madre ha nei confronti dei suoi figli, in particolare se nella necessità e nel bisogno.
  • Madonna dei “poveri”: la leggenda riportata la conosciamo tutti ma ci chiediamo: chi sono i poveri oggi?
  1. Certamente persone di basso reddito che non ce la fanno ad arrivare a fine mese: hanno bisogno di aiuto e di carità (sono le necessità materiali).
  2. Sempre più si vive anche una povertà relazionale: una solitudine profonda, un senso di estraneità sociale che allontana, che raffredda, che isola, che dice necessità profonda di ascolto, di comprensione, di accoglienza, di affetto (povertà morale relazionale).
  3. Ma c’è una povertà più profonda in cui ci troviamo tutti: povertà nello spirito. Tutti abbiamo bisogno di Dio. Dio ci manca, è una necessità profonda, intima, a volte nemmeno decodificata o compresa, ma reale, impellente, costitutiva al nostro essere. Diceva il grande Sant’Agostino: “Inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te” (Inquieto è il nostro cuore finché non riposa in Te).

Di fronte a Dio siamo tutti poveri e nessuno può sentirsi grande, bravo, apposto con Dio.

Diceva la prima lettura: “se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi”; “se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di Lui (Dio), un bugiardo e la sua parola non è in noi”, ma il testo termina dicendo una parola di speranza che ci solleva: “abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo giusto”.

È bella l’immagine della nostra Madonna (l’ho vista da vicino) perché ci offre il suo Figlio, ci dona Gesù, il giusto, che, se accolto, ci giustifica dai nostri peccati e fa giusti anche noi, se lo accogliamo.

Scegliamo il Signore nella nostra povertà, lui ci donerà la sua ricchezza: è ricchezza di umanità, è scoperta di fraternità, è capacità di essere “artigiani di pace”.

Ho apprezzato la capacità artistica nelle opere di ceramica (di Seminara) che mi sono state donate in questi giorni.

L’arte più grande è quella che ci insegna Maria, assieme a Giuseppe, che difende la vita del Figlio Gesù, ancora piccola e fragile, Dio bambino che si è fatto povero, totalmente vulnerabile dentro la storia umana fatta di contrasti

  • tra il bene e il male
  • tra la ricchezza e la povertà
  • tra la forza del potere e la debolezza dell’amore.

Ancora oggi c‘è un grido nel mondo che si eleva dalle macerie delle guerre e delle carestie, delle pestilenze e dei terremoti, ma ancora più dalle macerie del peccato volontario che sporca l’uomo e la sua dignità, che attenta alla sua bellezza sfregiata perché si allontana dal progetto di Dio che Gesù bambino è venuto a ricordarci nascendo tra noi.

La Vergine Maria è memoria viva di questo dono che siamo chiamati ad accogliere e che può rispondere alla nostra radicale povertà.

La sua intercessione ci arricchisce

  • di pace e di giustizia
  • di amore e di misericordia
  • di accoglienza e di fraternità
  • di solidarietà e di vicinanza
  • di bontà e di carità e di perdono.

Solo così saremo veramente ricchi davanti a Dio!


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