mercoledì 08 Mag 2024

OMELIA nella Domenica della Santa Famiglia – Parrocchia “Santa Famiglia” in Palmi

31-12-2023
  1. Non ci poteva essere domenica migliore per venire a celebrare nella vostra Parrocchia, Festa della Santa Famiglia.
  2. Ci permette di stare dentro il clima natalizio di chi guarda alla nascita di Gesù con gli occhi di Maria e di Giuseppe: gli occhi di una madre e un padre umani.
  3. In questi giorni degli amici mi parlavano dell’esistenza di una multisala a Lamezia dove si possono guardare i film in 3D, mettendo gli occhiali speciali. Ti permettono di vedere in modo tridimensionale, cioè trovandoti dentro l’avvenimento che si sta proiettando ti senti protagonista, totalmente coinvolto nella vicenda che si racconta: questa è stata precisamente l’esperienza di Maria e di Giuseppe, la Santa Famiglia, che insieme hanno accolto questo figlio insperato e, allo stesso tempo, l’atteso dei secoli. Gli occhi, il cuore, le mani di una madre e di un padre hanno accolto questo Dio/bambino, bisognoso di una famiglia, di un amore tenero e sicuro, di una presenza vicina e forte.
  4. Oggi la festa natalizia della Santa Famiglia ci dice che il Signore non ha semplicemente voluto venire al mondo o desiderato nascere in una famiglia, possiamo dire che ha “consacrato” la famiglia umana, ne ha sancito il valore, ne ha ribadito l’importanza vitale.
  5. Il pensiero va subito alle nostre famiglie dove siamo nati e cresciuti, da cui abbiamo ricevuto tanto e imparato di più. Può essere che in questo sguardo si apra anche qualche ferita, qualche ricordo triste, qualche esperienza negativa. Siamo qui a pregare per le nostre famiglie, per le cose belle e per quelle dolorose, per il bene ricevuto e i valori trasmessi, per le situazioni di fatica e quelle di gioia.
  6. Come ogni domenica celebriamo l’Eucaristia per dire grazie, oggi lo facciamo in particolare per le nostre famiglie: se ci fermiamo un attimo a riflettere ci rendiamo subito conto quanto bene abbiamo ricevuto.
  7. Oggi siamo qui per guardare alla “Santa Famiglia come un modello di vita”, come recita la preghiera di colletta, un riferimento esemplare, per noi, di virtù, di fede, di amore.
  8. La parola dell’Anno liturgico B sottolinea l’importanza dell’atteggiamento della fede, senza dimenticare tutti gli altri: si menziona la fede di Abramo e di Sara, ovviamente di Maria e di Giuseppe, la fede di Simeone ed Anna, questi due anziani incontrati al Tempio di Gerusalemme.
  9. Mi domando: nelle nostre famiglie si vive ancora la fede? Diventa, almeno qualche momento, esperienza di preghiera condivisa oppure dentro le pareti domestiche non si parla altro che di soldi, di lavoro, di sport e di cose frivole?
  10. Educhiamo i nostri figli ad affidarsi al Signore, come Giuseppe e Maria al tempio di Gerusalemme, affidano il proprio figlio Gesù al Padre?
  11. Trasmettiamo alle nuove generazioni una vera fiducia nel Signore, nel suo amore, nel suo aiuto, nella sua provvidenza, nella sua benedizione? Come Abramo e Sara nella 1° e 2° lettura ci hanno ricordato?
  12. Il Signore Gesù nascendo in una famiglia vorrebbe diventare “presenza famigliare” per ognuno di noi, in una confidenza, sincerità, apertura reciproca che si vive appunto normalmente in una famiglia.
  13. Che bello sentire il Signore così vicino a noi, sentirlo “di casa” nella nostra vita, ma questo è il frutto di frequentazioni, di preghiere, di Parola di Dio ascoltata e accolta, di apertura del cuore che sa ospitare veramente il Signore dentro la nostra vita.
  14. Il Signore ha fatto la scelta della famiglia, vorremmo aiutarci a fare tutti la scelta della famiglia, nel sostenerla, nel difenderla, nel promuoverla, nell’amarla, nel farla crescere. Qualcuno l’ha definito l’ultimo grande avamposto di umanità che ci può salvare dentro questa società.
  15. Per noi credenti dovrebbe essere anche un avamposto di cristianità: cioè di fede, di fiducia, di fedeltà, di affidamento reciproco che fa crescere personalità forti, vere, positive, costruttive. Quanto ne abbiamo bisogno oggi!
  16. Spesso ricordiamo che anche la Chiesa, la comunità cristiana è chiamata “ad essere famiglia”: la famiglia di Dio, realtà dove Dio abita, dove Lui vive e si può incontrare. Sentiamo che questa vocazione della Chiesa oggi è quanto mai sentita, urgente, percepita strategica in un mondo individualista e indifferente che rischia di favorire rapporti apatici e freddi, cioè non umani.
  17. Questa comunità parrocchiale è chiamata a questo compito, a vivere in questo stile familiare: ha il modello davanti agli occhi, la Santa Famiglia è sempre lì a insegnarci la strada e la meta, la fede, la fiducia, l’accoglienza, l’amore.
  18. Il lavoro da compiere è tanto, l’impegno è grande. C’è molta strada ancora da colmare, se entriamo nelle nostre case o se ci affacciamo alle nostre comunità, ancor più se guardiamo al nostro mondo. Se dal cuore della famiglia trinitaria è venuto al mondo il Figlio nel tempo, scegliendo di nascere in una famiglia umana, allora vuol dire che tutta l’umanità è chiamata a diventare un’unica e grande famiglia di popoli e nazioni. Visto quello che sta capitando in giro mi pare che abbiamo ancora molto da fare, ma senza lamentarci. È meglio che cominciamo tra noi, nelle nostre case e nelle nostre comunità.

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