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07/Feb/18

Giornata della Memoria: il Liceo ‘San Paolo’ presenta le testimonianze di intellettuali deportati come denuncia all’orrore dell’Olocausto

Sono passati 73 anni dal quel 27 gennaio del 1945, giorno in cui furono abbattuti i cancelli del campo sterminio di Auschwitz e in cui il mondo prese coscienza degli abominevoli orrori compiuti da Hitler e dai nazifascisti. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005 ha indetto questa data come ‘Giorno della Memoria’ per commemorare tutte le vittime dell’Olocausto. Ogni anno il 27 gennaio è un giorno di ricordo e di riflessione, che viene celebrato attraverso diverse eventi in modo che quei terribili momenti storici non vengano dimenticati.

Il Liceo Classico di Oppido Mamertina il 27 gennaio ha celebrato  questa ricorrenza internazionale con l’evento ‘Un grido nel silenzio. Gli intellettuali ad Auschwitz’, una manifestazione in memoria della popolazione ebraica, degli italiani e di tutti coloro che hanno subito la violenza, la deportazione e la morte durante i regimi nazifascisti.

I saluti di don Pasquale Galatà, Rettore del Seminario e Gestore del Liceo Classico ‘San Paolo’ e del dott. Domenico Giannetta, Sindaco di Oppido Mamertina, hanno aperto l’incontro che è stato introdotto dalla dott.ssa Maria Antonietta Bonarrigo, Dirigente Scolastico del Liceo.

La prof.ssa Chiara Ortuso, docente di Storia e Filosofia e scrittrice, nel descrivere le condizioni dei deportati, che venivano etichettati in precise categorie da cui derivava l’attribuzione di un segno identificativo, ha declamato alcuni brani di intellettuali apolidi presenti nei campi, le cui testimonianze hanno presentato la denuncia delle mostruosità commesse nei lager.

Successivamente, alcuni studenti hanno letto brani tratti dal libro ‘La notte’ di Elie Wiesel, filosofo superstite dell’Olocausto, con la proiezione di alcune immagini, illustrando anche illustrato il pensiero di altri intellettuali di origine ebraica: le figure di Primo Levi, Hannah Arendt, Paul Celàn hanno fornito attestati forti ma eloquenti per raccontare una pagina tragica dell’umanità usando la cultura per discriminare le barbarie e gli orrori.

Don Letterio Festa, Direttore dell’Archivio Storico Diocesano, nella sua relazione dal titolo ‘La testimonianza evangelica e l’eroico sacrificio del Sottotenente Medico Francesco Mittica (1912-1945)’  ha delineato la figura del medico oppidese catturato e deportato nei campi di concentramento di Polonia e Germania. «Fu un ‘soldato’ del Papa. Durante la prigionia riuscì a diffondere il buon profumo di Cristo con la lettura dei salmi e delle preghiere. I compagni di prigionia testimoniavano che visse la sua prigionia distribuendo soccorsi, parole di conforto, illuminato dalla luce di Cristo». Il Sottotenente Mittica assistette più di 500 italiani, preferendo soventemente rinunciare alla sua razione giornaliera di cibo per offrirla ai suoi compagni di sventura.  Era nato a Oppido Mamertina (RC) il 14 novembre 1912 e si spense nel ‘campo della morte’ di Fullen.

Infine il Vescovo, mons. Francesco Milito, con un contributo dal titolo ‘La Shoah: silenzio di Dio o silenzio degli uomini?’ ha fornito una spiegazione dal punto vista religioso-filosofico: «Ad Auschwitz l’uomo non comprende l’altro come essere simile a sé. La sorte di Auschwitz è la stessa toccata a Gesù Cristo. Ad Auschwitz ci sono persone che vivono l’Olocausto da far diventare la propria vita mutilata. Ad Auschwitz nasce una preghiera per tutte quelle vittime che hanno vissuto l’Olocausto. Bisogna fare memoria per non avere in futuro altre giornata della memoria».

Lucia Treccasi

 

  

 


Allegati:

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