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18/Mar/15

Il Vescovo incontra gli studenti del Liceo Ginnasio San Paolo di Oppido Mamertina

Spunti di riflessione offerti dal Vescovo durante l’incontro:

Quaresima tempo di riscoperta. In quaresima siamo chiamati a ricordaci cosa significa nascere a nuova vita in cui siamo chiamati a riscoprire il tempo della Pasqua non come tempo di vacanza, ma come rinascita umana e spirituale dalla tomba vuota del Cristo.

La quaresima è il tempo particolarmente sintonizzato sulla preghiera. La penitenza, poi, non è una tecnica, ma rendere possibile il passaggio dalla nostre idee di vita all’idea di Vita di Dio.

Entrare in contatto con il Vangelo non è leggere uno scritto, ma entrare in contatto come tra due persone che si guardano e si relazionano. Essa non resta parola di uomo ma, essendo Parola di Dio è sempre parola vera, dunque parola di vita. Le distrazioni intaccano le relazioni, provocano incomprensioni. Nell’attenzione data alla Parola di Dio si scorge un background di attualità che interessa la persona che ascolta, ne genera curiosità e domande, influenza le scelte e provoca cambiamenti di vita.

Il Vangelo appena ascoltato sull’episodio della guarigione del cieco nato (Gv 9, 1-41) mette in rapporto due grandi realtà sempre ricercate dai giovani di ogni tempo: la verità del presente e la luce del futuro. La luce serve a rendere le cose esistenti percepibili. Il buio nasconde i colori, ma non elimina la verità della realtà. Spesso noi nei confronti della verità abbiamo una parte che conosciamo, l’altra no. Una parte vera, ma pur sempre incompleta.

I farisei affermano che Gesù «non è da Dio, è un peccatore»: tutti i sintomi di chi cerca di giustificarsi nella negazione di una verità che manca. Si intavola, così, nel brano un’inchiesta sulla veridicità di Gesù. Chi non vuole capire, chi non vuole sentire, neanche dinanzi all’evidenza accoglie la verità. Dapprima i farisei non credono che il ragazzo fosse già cieco dalla nascita. Poi, cercano di incastrare Gesù nei sofismi sul peccato. Infine, quando il cieco guarito punta al centro del discorso: «Una cosa so io: prima ero cieco e ora ci vedo», gli stessi farisei, nonostante la guarigione e “l’uscita dal peccato” lo rimettono nella categoria dei peccatori «cacciandolo fuori dalla sinagoga».

È nell’incontro finale (iniziale?) con Cristo che il cieco riesce a «dare gloria a Dio»: dice infatti il ragazzo a Gesù «Chi è il Figlio dell’uomo perché io creda in Lui?». Il cieco ora è stato davvero guarito.


Domande e risposte tra vescovo e studenti:

Domanda: Riesce difficile pensare che ci sia una verità unica per tutti da accettare

Risposta: Se non c’è una verità unica, e se ognuno di noi ha la sua verità, noi stamattina possiamo fare tutto e il contrario di tutto. Più che delle norme deve essere chiaro il principio che su alcune realtà non è possibile avere dei dubbi, quindi si rende necessario considerarle come certezze. Il rispetto dell’altro

 

D: Come si può obbligare a dire la verità a uno scettico incallito e convinto che asserisce continuamente che non esiste verità?

R: A questo scettico incallito bisogna dire «tu non hai diritto di aprire la bocca, perché se questo è vero ciascuna cosa che tu dice diventa una non verità». Carissimo amico scettico, tu una persona in ricerca: vogliamo porci in cammino insieme verso la verità? La verità può essere raggiunta da commini differenti, ma non esistono verità parziali.

 

D: Se si parla tanto di verità filosofica, teologica, oggettiva, soggettiva, psicologica, come si può affermare che la verità è una sola e valida per tutti?

R: Se la verità è la sorgente, se questa sorgente viene messa dentro un recipiente che si chiama neurologia, filosofia ecc. diventa una verità che deve essere dispiegata per sezioni, investire e ricercare quella verità sotto l’aspetto e il profilo che interessa quella dimensione umana-tecnica-psicologica-teologica ecc. siccome questa verità è talmente ricca, essa ha bisogno di tante parti per poterla conoscere. Come se per conoscere il sole si guarda solo da una finestra, da lì io non conoscerò mai tutto il sole, ma una parte di sole. Ho bisogno di tante finestre quante sono le parti del sole.

 

D: Secondo il parere suo, eccellenza, qual è il fondamento ultimo della realtà oggettiva?

R: Dio (visto che hai chiesto il mio parere). Ciò che da la verità è solo lui. Quando un giorno Gesù ha fatto un discorso, alcuni che lo ascoltavano si allontanarono da lui perché il suo parlare «era duro». E girandosi verso gli apostoli disse: «Anche voi ve ne volete andar via?» e Pietro rispose «Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna».

 

D: Qualora io facessi un incidente senza fare danni ad alcuno, ma solo al mio mezzo. E facendomi riparare il mezzo da un amico, posso farmi fare l’assicurazione dicendo che è stato un mio amico ad investirmi?

R: Il modo di agire di altri non è norma per noi. Oltre ad essere una bugia questa si chiama frode. Stiamo attenti, ragazzi, perché tante cose, per voi oggi, se uno non le fa può pensare di essere fuori dalla storia, dal proprio tempo. È il caso della purezza morale. Quanti casi in cui ci si adegua a ciò che fanno gli altri? E se gli altri sono mafiosi? Io devo fare anche il mafioso? E se gli altri sono scorretti moralmente, devo fare lo stesso? Mai prendere esempio dagli atteggiamenti negativi degli altri. La verità non è democratici, cioè dal mettere insieme i pensieri di tutti, ma la verità è monocratica, perché trascende i comportamenti e i pensieri di tutti. È il caso del sistema del referendum sull’aborto. Non perché i numeri dei voti dicono che si può fare, vuol dire che l’aborto è una verità assoluta. Tutt’altro. Se la verità non ripaga, vivi sempre per la verità. Non bisogna dire la verità che non c’è perché come nella favola di “Al lupo! Al lupo!”, quand’uno non è credibile perde la sua dignità. La verità ti ripaga in dignità.


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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