Martedì 13 agosto Gioia Tauro si è stretta attorno al Patrono Sant’Ippolito per i festeggiamenti in suo onore. Durante la Santa Messa, tenutasi in piazza alla presenza delle autorità civili e militari, di tutti sacerdoti della città e del popolo di Dio, il nostro Vescovo S. E. Mons. Francesco Milito ha iniziato la sua omelia partendo da una riflessione sul brano del Vangelo letto durante la Solenne Celebrazione. In particolare il Pastore è partito dai versetti nei quali si legge: “Se il chicco di grano caduto a terra resta solo e non muore non porta frutto. Se muore, cioè se viene piantato, inizia quel processo biologico per cui diviene poi una vita, produce frutto”.
Il Vescovo dunque, ha parlato della sofferenza e del dolore affermando che essi non appartengono né alla volontà di Dio, né alla nostra condizione umana. Ed ha proseguito: “Non bisogna cercare il dolore e la sofferenza per il gusto di fare sacrifici, anche ascetici. La vita si incarica da sola a dare croci, sofferenze, difficoltà. Sta nel saper prendere bene queste cose che la vita dà e poterle fare diventare seme. Non esiste nessuna realizzazione di fioritura in ogni campo se non c’è la sofferenza che la precede. Sia nel campo religioso, sociale, politico, culturale tutti questi impegni conoscono grandi calvari perché quando si desiderano cose belle, le difficoltà sono subito dietro l’angolo. Ma noi lo sappiamo che se vogliamo realizzare qualcosa dobbiamo andare incontro a sacrifici. Solo così potremo dare buon frutto. Soffrire senza un motivo, senza un orizzonte, senza valorizzare come occasione di grazia questa realtà significa in qualche modo essere ancora lontani dall’inserimento in Cristo morto e risorto”.
Il Vescovo ha anche ricordato tutte quelle persone che, nonostante abbiano alle spalle tremende vicissitudini non hanno per questo perso la loro fede né si sono rivolti a Dio chiamandolo iniquo, distratto o cattivo. Questo ha permesso loro di non essere delusi, perché la speranza non delude, e di poter invece guardare avanti con fiducia e vivere in modo prezioso quel momento di grazia. Questa sembra per il nostro Pastore la strada intrapresa da Gioia Tauro come da lui sottolineato: “Il suo cambiamento forte, efficace, il suo trasformarsi da realtà difficile e complessa, attingendo alle proprie risorse e capacità, mette in attivo questo sacrificio a beneficio degli altri. Ecco perché il momento promettente che stiamo vivendo merita di essere incoraggiato”.
Sua Eccellenza ha proseguito: “Nella vita niente di ciò che è valido costa poco. Nell’esistenza niente di ciò che veramente conta è dato gratuitamente, tanto più un cammino di popolo, di città. Nessuna delle conquiste che si vogliono fare con chiarezza, a diversi livelli, possono essere date per scontate. Le difficoltà sono disseminate da chi desidera che il bene non si faccia. Gioia deve continuare ciò che sta compiendo con l’unità degli intenti e dei cuori, degli scopi del bene comune, del desiderio di essere quel che veramente può essere e alla grande. Il Santo Patrono ricorda questo, ma da qualche giorno ce lo ricordano anche i Santi Patroni che nel dipinto della nostra chiesa madre, non solo richiamano alla pietà cristiana, non solo diventano un patrimonio aggiunto alla cultura di Gioia, ma costituiscono un richiamo continuo e un aiuto… […] Questa meditazione permanente che si può ammirare da qualche giorno deve aiutare i gioiesi ad avere lo sguardo sui propri Santi, per essere anch’essi Santi in ciò che viene chiesto loro. E allora quei volti così estatici, così ammirati che l’arte ha saputo rendere diventano i volti di ognuno di noi. Perché l’arte è stampata in ogni anima, ogni persona può essere un artista della sua realtà. E tenendo conto che al di sopra di tutti c’è l’unico Signore Gesù”.
Ed ecco allora il messaggio che in una giornata così solenne per il popolo gioiese il Vescovo ha voluto dare all’intera comunità nella speranza che essa voglia raccoglierlo: “Non cedete camminando verso il bene a facili scoraggiamenti. Non lasciatevi prendere, come spesso avviene, da mentalità che vanno superate e che non permettono di cambiare; mettendo, invece, del buono nostro che nasce dalla fede, dal senso civico, dall’essere una bella cittadina e confidando nel Signore, avanti con fiducia e guardando al positivo. Solo così potremo dire che la festa del Patrono è la festa veramente della città, di tutti quelli che vogliono bene ai Santi patroni e li vogliono imitare”.
Il Vescovo ha infine concluso la sua omelia con queste parole: “Gioia carissima, vivi così questa stagione, guarda in avanti, non lasciarti scoraggiare, soprattutto ricordati cittadino, che se non muori, se non dai del tuo, sei un isolato. Ed in questa coralità che aiuta tutti a vivere insieme con gli altri, ci può essere la bella stagione che noi auguriamo, che cercheremo di coltivare perché la festa dei Santi in cielo diventi la festa qui sulla terra. Auguri e auspici per Gioia in questa direzione, auguri e incoraggiamenti nel nome Santo dei Santi e con la loro protezione. Amen e così sia!”.
Maria Bagalà