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21/Ott/19

IV Convegno Nazionale Associazione figli in paradiso ali tra cielo e terra – ODV – Otranto

 

 “Donna perché piangi?”

È questo il titolo che è stato scelto per il IV Convegno Nazionale organizzato dall’Associazione Figli in Paradiso – Ali tra Cielo e Terra – Otranto, in collaborazione con le parrocchie di Castel del Piano (PG) e Santa Maria degli Angeli di Assisi, che si è tenuto nella sala congressi dell’hotel Domus Pacis nei giorni 27/28 settembre 2019.

Il titolo che si sceglie rappresenta il biglietto da visita per avvicinare le persone potenzialmente interessate a quello che quest’Associazione, fondata oltre 20 anni fa da Virginia Campanile, ha da proporre e guadagnarsi così la possibilità di trasmettere loro qualcosa, in questo caso la voglia di “ricominciare a vivere”.

Oltre al titolo, naturalmente, sono necessari innanzitutto i contenuti validi, portati da relatori altrettanto efficaci, per trasformare un convegno in un ricordo positivo che si imprima nella mente dei partecipanti. Genitori provenienti da varie regioni, dalla Puglia alla Sicilia, passando per la Calabria e la Campania, quelli provenienti da tutta l’Umbria e un nutrita rappresentanza di genitori spagnoli provenienti dalla città di Murcia, hanno vissuto un’occasione di confronto sull’elaborazione del lutto con alcuni tra i più competenti esperti italiani, cercando di cogliere spunti di assoluto valore da loro, che sono riusciti ad affrontare tematiche molto care ai partecipanti con molta competenza e semplicità.

Il “viaggio” sulla strada dell’elaborazione del lutto è fatto da tante tappe, una di queste tappe è stata questo convegno “Donna perché piangi?”. Dopo i saluti di rito della presidente dell’Associazione Virginia Campanile, di fra Stefano Albanesi, parroco di Santa Maria degli Angeli e dell’assessore del comune di Assisi Carlo Migliosi, anch’egli genitore orfano di figlio come quasi tutti i presenti, il convegno, moderato da Domenico Barilà, un altro papà, è entrato nel vivo con la dottoressa Viviana Casarotto, psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice ambito “Lutto, Solitudine ed Esperienza del Limite” per la Caritas diocesana vicentina, con la relazione “Ritrovare la gioia per onorare la vita”. Ritrovarla per ricominciare a vivere e onorare la vita che ci è stata donata. E questi genitori sono venuti ad Assisi per ritrovare la gioia, da non confondere con allegria, la vera gioia, non quella effimera dai piaceri immediati e ingannevoli, la gioia del cristiano che si alimenta di memoria e speranza. È questo il messaggio che la dottoressa con una toccante testimonianza ha voluto portare.

La mattinata è proseguita con il dott. Cazzaniga, psicologo e psicoterapeuta, docente del Centro Milanese di Terapia della Famiglia, si occupa di cure palliative, lutto, auto mutuo aiuto, volontariato, autore di numerosi testi sull’argomento, ha guidato i presenti a non commettere, come Maria di Magdala, il più pericoloso degli errori: non riuscire ad abbandonare il sepolcro, non riuscire a farsi una ragione del proprio lutto, altrimenti si può incorrere in disturbi somatici o mentali duraturi fra cui si configura un quadro di lutto complicato.

La prima parte del convegno è stata chiusa dal prof. Massimo Petrini, docente emerito di Teologia pastorale presso l’Istituto Camillianum e di Etica Geriatrica c/o il CSPSAG, con un argomento forte “Seppellire i morti: luoghi e significati della memoria”. Parlare della morte. Fino a pochi anni fa sembrava impossibile, perché la società moderna aveva rimosso il tema morte, tenendolo fuori dai discorsi così come i cimiteri stanno fuori dalle città. Ora sta anche cambiando i rituali con cui piangiamo i nostri cari.

Nel pomeriggio i convenuti si sono spostati al Santuario Francescano di San Damiano dove hanno potuto ascoltare due relazioni: la prima da Don Francesco Buono, parroco dell’Unita Pastorale Pila-Castel del Piano(PG), di recente ha pubblicato “Salto nella luce – Viaggio tra vizi, doni e virtù”, che con la sua meditazione “Gesù consolatore degli afflitti” ha aiutato a capire che la fede è l’unica risposta alla quale ricorriamo quando risposte non ce ne sono più. Perché anche la fede, messa faccia a faccia con la disperazione, ha bisogno di risorse straordinarie per aggredire con efficacia la tentazione di lasciarsi vivere in attesa di morire. A seguire la seconda meditazione, un dialogo a due tra P. Massimo Reschiglian, guardiano del convento di San Damiano, insieme ad una mamma che ha anche lei perso una figlia, Maria Letizia Tomassoni, dal titolo “Itinerari verso la guarigione del cuore” ha consentito di riflettere, ha aiutato ad aprire i loro occhi, offuscati dalle lacrime, per scegliere la strada giusta in questo itinerario. Non c’è che un modo per superare la tristezza: non amarla. Non c’è che un modo per abbandonare il dolore: non affezionarsi al dolore. La giornata si è conclusa in musica, subito dopo la cena, con l’incontro con frate Alessandro Brustenghi, il cantore di Assisi, e la giovane Francesca Avila che ha scritto e cantato una canzone dedicata a tutti i Figli in Paradiso.   

Sabato 28 la giornata è iniziata con la celebrazione della Santa messa presso il Refettorietto, presieduta dal custode della basilica di santa Maria degli Angeli, P. Giuseppe Renda, un appuntamento che si rinnova dopo la bellissima ed intensa esperienza vissuta negli scorsi anni sempre in occasione del Convegno Nazionale. Subito dopo i lavori sono ripresi con la testimonianza di una mamma spagnola, Marisol Suavez, la cui esperienza di meditazione yoga si è trasformata in risorsa per controllare la mente e ridurre l’ansietà. A seguire è stata la volta del “pilastro” dell’Associazione, nonché formatore dei facilitatori dei gruppi di Mutuo-Aiuto, padre Arnaldo Pangrazzi. In modo chiaro e incisivo ha illustrato la sua relazione “Coltivare la speranza dinanzi alle perdite” accompagnando ogni partecipante a comprendere che la virtù della speranza non va mai confusa con l’ottimismo umano, ma è l’infinita pazienza di ricominciare. Per un cristiano, la speranza è Gesù in persona, è la sua forza di liberare e rifare nuova ogni vita.

Il Dott. Loperfido, psicologo e psicoterapeuta, coordinatore dell’Osservatorio sul suicidio e le patologie depressive, ha proposto un tema “L’uso dei dati virtuali e possibili conseguenze” che ha stimolato grandissima partecipazione, ponendo grandi interrogativi sui lati oscuri delle nostre abitudini digitali. Tutti dobbiamo essere consapevoli dei rischi insiti nelle nuove tecnologie e utilizzarle in modo responsabile, sottolineando la differenza tra memoria e ricordo nell’era delle piattaforme digitali, ha posto l’interrogativo: Internet ci aiuterà ad elaborare un lutto? Secondo lui no, Internet cronicizza il lutto perché relazionarsi con un alter ego digitale non è come relazionarsi con una persona reale.

L’ultima parte del convegno è stata aperta, nel pomeriggio, da padre Luciano Sandrin, sacerdote camilliano, docente di Psicologia e Teologia pastorale, con la relazione “Perdonare Dio per la perdita di un figlio”. È facile che un genitore, nel momento più oscuro e doloroso della sua vita, quando si trova il cuore lacerato per la perdita di un figlio o di una figlia, rinneghi la propria fiducia a Dio, a lui è stato affidato a il compito di aiutare ad uscire dall’orribile visione di Dio che abbiamo e facilitare il passaggio dal Dio che abbiamo nella testa al Dio di Gesù Cristo.

È toccato a Virginia Campanile, Presidente dell’Associazione Figli in Paradiso, chiudere il convegno, con Antonella Rizzo, facilitatrice di Gruppi AMA, e con don Filippo Puzzo, parroco di Niscemi(RG) insieme hanno riflettuto e dibattuto sul cammino che stanno facendo i gruppi e sulle varie attività, sociali e spirituali, svolte dall’Associazione.

La processione “Au Flambeau”, a cui hanno partecipato tutti insieme, ha concluso il soggiorno ad Assisi.

Alla fine tutti molto soddisfatti i partecipanti a questi due giorni trascorsi in questa oasi di pace, si sono dati appuntamento al prossimo anno, pensando a ciò che si porteranno a casa da questo IV convegno, affinché li aiuti a maturare la consapevolezza che servono non solo belle parole o buoni propositi, ma soprattutto fatti per riuscire ad elaborare il proprio lutto, una mano che stringe l’altra, un sorriso, una carezza, poche parole e, ovviamente, un abbraccio caloroso e sentito, questi sono gli ingredienti per riuscire a consolare e a consolarsi, è questa la ricetta semplice e collaudata da Virginia, in una parola: condividere.


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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