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02/Lug/21

L’ordinazione presbiterale di don Domenico Sorridente


La sera del 30 giugno, nell’anniversario dell’ingresso in Diocesi del nostro Vescovo S.E. Mons. Francesco Milito, la nostra Chiesa Diocesana ha vissuto l’evento di grazia dell’ordinazione presbiterale di don Domenico Sorridente, della Parrocchia di San Francesco di Paola in Gioia Tauro, alla presenza del clero diocesano e di alcuni compagni dell’ordinando venuti dal Seminario Vescovile San Pio X di Catanzaro insieme al Rettore don Rocco Scaturchio e al loro padre spirituale don Salvatore Larocca.

La solenne concelebrazione presieduta dal nostro Vescovo e animata dal Coro Diocesano, diretto dal Maestro don Domenico Lando, ha visto dopo il saluto inziale, la benedizione della nuova cattedra, segno del Magistero che spetta ad ogni Vescovo nella sua Chiesa con il compito di presiedere l’azione liturgica e di guidare la preghiera del popolo santo di Dio e quella del nuovo ciclo iconografico delle immagini dei santi che arricchirà il presbiterio della Chiesa Madre della Diocesi.

Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato che quella di don Domencio Sorridente è la prima ordinazione presbiterale nel primo anno del Sinodo e nei primi mesi di un molto cauto ottimismo dopo tutti i gravissimi problemi di natura economica, assistenziale, sanitaria, e di povertà esistenziale causati dalla pandemia. Ha poi spiegato i tre segni forti pensati come “Kairos dell’oggi perché restino nei futuri Kairos della nostra Chiesa locale”, segni tra loro connessi da una logica teologica, di cui l’arte si fa interprete e linguaggio permanente: la prima, la Cattedra episcopalis; la seconda la Casula del Sinodo, indossata nella celebrazione dai sacerdoti che la porteranno nelle proprie comunità per utilizzarla soprattutto quando celebreranno le messe rituali o per varie necessità e per la Santa Chiesa; la terza lo sviluppo del ciclo iconografico, che abbraccia la corona circolare e il primo emiciclo dell’abside, con al centro la Croce gemmata, circondata dai santi monaci italo-greci più rappresentativi dei secoli precedenti e successivi all’impianto della Diocesi, operanti nella Vallis Salinarum, da sinistra verso destra: san Filareto e san Luca di Melicuccà o il Grammatico, san Nicola, san Fantino il Cavallaro, o di Taureana, sant’Elia lo Speleota e San Fantino il Giovane.

Parlando della Cattedra episcopalis, riferendosi alla centralità della Cattedra ha sottolineato che essa vale per tutta la Chiesa presieduta e attorno al Vescovo, ma vale anche, per i presbiteri e per il nuovo presbitero don Domenico spiegando che tutti i gesti del Vescovo per l’Ordinazione avvengono sempre dalla/alla Cattedra, con il significato chiaro, evidente, vincolante, di aggancio. “Se i presbiteri sono chiamati ad essere «degni cooperatori dell’ordine episcopale, e, con il Vescovo, «fedeli dispensatori dei misteri…il popolo cristiano dovrà sperimentare in te la visibilità di questo legame”. “Per questo – ha affermato – nella vita di un presbitero non può esservi nessun slegame con il Vescovo. Se è il Signore all’origine della chiamata, è con il pastore che egli pone a guida della sua Chiesa che si fa visibilmente presente, secondo i tempi, i luoghi, le circostanze, le modalità per come viverla”.

Sulla Casula del Sinodo, indossata questa sera per la prima volta dai sacerdoti concelebranti il Vescovo ha evidenziato che gli ornamenti scelti presentano figurazioni e immagini per permettere di cogliere subito il linguaggio che esprimono. Sul davanti, quasi inciso nella croce iridescente, il tralcio che ne dà vita, Gesù, circondata dai colori simbolo del mondo dei beati – il giallo la luce, il celeste, il colore dei cieli, il rosso, sangue versato – i bracci della croce che si prolungano ad arco, quasi in coincidenza con le braccia alzate del celebrante, dicono l’assimilazione nella sua persona di ministri a Cristo sacerdote del Padre; sul retro il logo del Sinodo e lo stemma-programma del Vescovo, circondati, protetti e inclusi nelle fiammelle dei sette doni dello Spirito Santo. Il richiamo al Sinodo è qui evidentissimo: cammino nella storia, in ascolto e con il sostegno dello Spirito consolatore. Il Vescovo ha poi approfondito il significato del nome casula e quello teologico e pneumatologico.

L’ultimo riferimento del Vescovo alle figure dei nuovi Santi, presenti nel primo emiciclo dell’abside, che hanno “imparadisato la Piana – al loro tempo nominata prima Saline, poi, Vallis Salinarum – con la loro vita santa”. Di essi ha richiamato le note comuni, vale a dire “l’intenso amor di Dio, vissuto nel rispetto pieno delle regole e dello status monastico, in perfetta obbedienza e venerazione dei riconosciuti più anziani padri nello spirito…diventando così con la propria vita e il loro operare, gli evangelizzatori nuovi di una Calabria diversa dai secoli della prima cristianizzazione”. A distanza di secoli, questi santi, nella nostra Cattedrale, vengono proposti come antenati della fede da conoscere e fratelli di vita cui ispirarci e, infatti, orientati verso la Croce gemmata, esprimono il senso profondo della vita cristiana, ispirata e sostenuta dal Crocifisso risorto.

Augurandosi che i ricchi segni di oggi siano punti di riferimento soprattutto per il nuovo presbitero e richiamando il Vangelo del giorno degli indemoniati del paese dei Geraseni, rivolgendosi a don Domenico, ha così concluso. “Non meravigliarti se ti capiterà di incontrare figure sotto il dominio di Satana, che ti pregheranno, come fatto con Gesù, di lasciarli in pace; né se dopo il bene fatto – come Gesù con quegli sventurati – di sentire un’altra preghiera: allontanarti dal loro territorio, cioè dalle loro vite. Se è capitato al Maestro, al discepolo non sarà da meno come già anche ai santi monaci. Ma tu avanti, sempre fiducioso nel Signore fedele”.

È seguito il Rito dell’ordinazione come sempre momento fortemente suggestivo e colmo di emozione e commozione. Alla fine della celebrazione don Domenico ha ringraziato la sua famiglia, quanti gli sono stati vicini nel suo percorso di formazione e soprattutto il Vescovo per il suo cuore di padre e pastore di questa Chiesa particolare.

Il Vescovo ha quindi comunicato alla Diocesi le nuove provvisioni canoniche dal 1° luglio 2021 ringraziando soprattutto i padri salesiani che in questo giorno hanno concluso la stazione missionaria e il 31 luglio 2021 termineranno il servizio parrocchiale nella Parrocchia di San Francesco di Paola in Gioia Tauro.

 

Ufficio Comunicazioni Sociali



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