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19/Ott/22

Vent’anni nel segno della carità e della speranza

“Vent’anni nel segno della carità e della speranza”, questo il sunto della missione da Direttore della Caritas diocesana di Oppido Mamertina-Palmi del Diacono Vincenzo Alampi, di “Don Cecè” come tutti affettuosamente lo chiamano da sempre.

È giunto il momento del cambio della guardia ed il testimone passa al Diacono Michele Vomera, già Vice Direttore da cinque anni, che, fedele al mandato di sempre, continuerà l’opera di scegliere gli ultimi e di farlo come comunità, e proprio nel segno della vera “Chiesa” che avvolge ed unisce si è svolto sabato 15 ottobre, presso la Casa del Laicato, un momento di preghiera e condivisione per salutare il Diacono Alampi. Un evento sobrio e profondamente spirituale al quale hanno partecipato i referenti delle Caritas Parrocchiali della diocesi che per molti anni hanno cooperato per seminare il bene al fianco della Caritas diocesana.

Sono stati anni di grazia, quelli vissuti da Don Cece’ nel ruolo di Direttore, ricchi di esperienze e di incontri che mostrano nella sua commozione una crescita umana e spirituale travolgenti di cui si porterà sempre ricordo. “L’amore non fa stancare”, dice durante il discorso che ha seguito un intenso momento di preghiera partecipato dai presenti, e “La giustizia di fronte al bisognoso arriva sempre”! Lo afferma con il suo sorriso rassicurante e con il cuore emozionato quanto gli occhi, lo fa con la consapevolezza di aver tenuto sempre presente come modello l’icona della Lavanda dei Piedi, segno eclatante di quanto il porsi al servizio dei più fragili accomuna fedelmente allo stile che Gesù ci ha insegnato, e tra una serie di narrazioni passate volge uno sguardo anche al futuro con l’augurio a proseguire il cammino sempre con amore e tenendo come base principale della missione  “la preghiera e la forza spirituale”.

Piene di gratitudine anche le parole del Direttore subentrante Diacono Michele Vomera, che oltre che ringraziare Don Cecè per questi vent’anni testimoniati da “vero diacono” al servizio del prossimo, esprime anche un personale sentimento di riconoscenza per il cammino percorso fianco a fianco e per i numerosi consigli ricevuti durante i momenti condivisi sul cammino del bene.

Conclude gli interventi Sua Eccellenza Mons. Francesco Milito, che nel ringraziare il Diacono Alampi per il servizio devoto offerto nella Caritas diocesana, traccia l’essenza dell’amore per il prossimo paragonandolo ad “una candela, ad una luce che entra per illuminare i luoghi del cuore più bui”. “Non si può aspettare in pantofole il bisogno degli altri”, continua il Vescovo, ma bisogna essere “artigiani della Carità sempre vigili” e citando il carisma per la Carità di Santa Teresa d’Avila, proprio nella giornata che la ricorda, afferma “Non esiste Eucaristia autentica senza servizio”. Sua Eccellenza fa un richiamo anche al nuovo ruolo di “Responsabile dell’Osservatorio Pastorale delle Ultimanze” affidato al Diacono Alampi, un impegno importante in cui lo stesso Alampi si porrà a “drone” nel delicato compito di intercettare i bisogni dei più soli e degli ultimi celati tra le mura delle molte, troppe periferie esistenziali del nostro territorio.

Durante la mattinata si è svolta anche la consegna degli attestati relativi al Corso di potenziamento per Operatori Caritas, tenuto dal Prof. Antonino Parisi, dal titolo “La Carità che genera cultura”. Antonio Parisi, Responsabile della Formazione Caritas per sedici anni, nel suo intervento ha ringraziato con affetto il Diacono Alampi ed i corsisti presenti per l’opportunità di essere stato testimone dell’importanza di essere volontari consapevoli nella nobile missione della Carità.

Una mattinata, quindi, ricca di emozione, che ha creato un ponte tra passato, presente e futuro nell’affermarsi di una Carità viva e lungimirante, alla quale hanno fatto da cornice molti applausi, le foto ricordo con i presenti, la consegna di una targa al Diacono Alampi come segno di gratitudine “per aver portato il buon profumo di Cristo Samaritano” per le periferie esistenziali della diocesi ed un momento conviviale finale con tanto di taglio della torta sul quale emerge un’unica parola che racchiude l’unico sentimento possibile a margine di una così lunga missione: Grazie!

Lina Maiolo

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