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08/Mag/24

Presentato il libro di Fernando Muraca – “Ho attraversato il fuoco” – un evento del Servizio Regionale Tutela Minori e Persone Vulnerabili della CEC

Il 4 maggio scorso al Seminario Teologico Regionale “S. Pio X” di Catanzaro, l’affermato regista, sceneggiatore e scrittore Fernando Muraca, nel presentare il suo libro “Ho attraversato il fuoco” ispirato ad una storia vera, affronta con competenza, chiarezza e delicatezza il dramma dell’abuso infantile, mettendosi in gioco anche come testimone.

L’evento è stato promosso dal “Servizio Regionale Tutela Minori e Persone Vulnerabili” e dalla Conferenza Episcopale Calabra rappresentata dal suo vicepresidente S.E. Mons. Maniago, per mettere al centro dell’attenzione e della riflessione, la storia, il dolore, l’umiliazione e il veleno che pervade la vita di chi ha subito abusi, un veleno che si propaga anche nella comunità.

Vi hanno partecipato seminaristi, religiose e religiosi con i loro formatori e le équipe dei Servizi Diocesani Tutela Minori della Calabria.

L’autore esordisce: “L’abuso è la più grande pandemia in corso nel mondo e per la quale non ci sono protocolli definiti”; una pandemia che diventa sempre più aggressiva e pervasiva.

Per anni egli ha studiato i casi in giro per il mondo. Un giorno, dopo la presentazione di un suo libro, gli si avvicina una donna non più giovane, affermata nella professione, gli confessa di essere una vittima di abusi e gli chiede di scrivere la sua storia. Ai registi alle prime armi avevano insegnato che si deve scappare il più lontano possibile se qualcuno chiede di scrivere la propria storia. Tuttavia, dopo averci pensato qualche giorno, il nostro autore accetta.

La signora durante i 10 anni di psicoterapia, di nascosto, aveva registrato gli incontri perché ogni volta che usciva dallo studio dello psicoterapeuta non ricordava più nulla… Aveva poi trascritto tutte le registrazioni ed aveva lì una pila di fascicoli.

Insieme li hanno letti e sono scesi nell’abisso di quel dolore, attraversandolo tutto. “Mi rendevo conto che l’abuso patito nell’infanzia e che avevo portato alla luce durante i miei anni di psicoterapia era affondato nella mia carne come fosse un chiodo”.

Sr Elisa Ciuffa, coordinatrice del Servizio Regionale Tutela Minori, stimola i partecipanti ad entrare in contatto con la protagonista leggendo qualche stralcio del libro: “Quel giorno sentii dei passi alle mie spalle e vidi un uomo ben vestito, elegante… disse che voleva regalare a tutte le bambine delle nuove calzamaglia ed era venuto a pendere le misure, mi disse che dovevo essere orgogliosa di essere la predestinata per quel compito… I modi gentili di quel signore distinto, le sue parole vellutate e caramellose fecero breccia nelle mie ingenue difese, nel cuore semplice della bambina.  Di lì a pochi minuti quell’uomo mi portò nei bagni… e si offrì di aiutarmi a svestire le calzamaglie…”

 L’autore osserva: “È il primo abuso; è un marchio, da quel momento gli altri orchi ti riconosceranno”, la storia della nostra protagonista lo dimostra chiaramente.

Al bambino abusato viene strappata l’innocenza, quel gusto di guardare il mondo con stupore, di conoscerlo con entusiasmo; egli non riesce più ad orientarsi, è confuso, nel relazionarsi facilmente si esprime in modo sessualizzato. Una persona abusata diventa abusante il 60%, è come una mina vagante…

Ma cosa cerca l’abusante in un bambino? Forse va a depredare proprio quell’innocenza che egli non ha più.

“Ora sono consapevole di come noi persone abusate stiamo nelle relazioni. Siamo un pozzo senza fondo, abbiamo un bisogno incolmabile di essere capite ed ascoltate… La frattura che avevo nell’anima era completa, ero spezzata in due”.

La nostra protagonista ha trovato un’ancora di salvezza nella fede e nell’incontro con persone capaci di una relazione risanante. Le vittime di abusi hanno bisogno di una rete di aiuti, a cominciare dagli esperti, perché si apra per loro la porta della speranza. ”Nel fondo del pozzo, quando il dolore è più acuto e più insopportabile, proprio in quegli istanti maledetti ho trovato un misterioso aiuto e la tenerezza di cui avevo bisogno. È difficile parlare…. Dovrei dire che c’è anche il Cielo… che esistono gli angeli”.

Quando noi nella comunità cristiana veniamo a conoscenza di una situazione di abuso, abbiamo un’enorme responsabilità. Per questo la Chiesa ha creato una rete capillare di Servizi per la tutela dei minori e persone vulnerabili, che lavora per creare una cultura della tutela e della prevenzione, attraverso la formazione, l’adozione di buone pratiche e protocolli, e l’accoglienza delle vittime.

Nell’Assemblea è seguito un interessante dialogo con l’autore che ha permesso di chiarire ed approfondire alcuni aspetti. Il vescovo ha tirato le conclusioni, ringraziando il regista e scrittore Fernando Muraca e rilanciando la necessità che tutta la comunità cristiana si senta responsabile nell’azione di tutela e di cura dei piccoli: minori e persone vulnerabili.

“Per anni ho desiderato parlare di queste cose e non ero pronta, e non potevo. Adesso ho trovato un amico che lo ha fatto per me: è sua la penna….Ho conosciuto l’oscurità, il tempo sospeso dell’attesa, il margine degli abissi. Ma anche oggi che sono al di là del burrone la sfida non è finita. Un’immagine, un ricordo, qualcosa d’inspiegabile di tanto in tanto mi rammenta chi sono: una sopravvissuta”.

Grazie Fernando! E grazie a te protagonista per il dono della tua condivisione!

Sr Maria Pacifico