Il dipòlo, ma di segni concordanti, costituito dall’Orchestra di Fiati (espressione dell’Associazione Culturale Musicale) e dall’Istituto Comprensivo, in quest’ottica di universalità, di comunicazione di sentimenti e di idiomi senza spazio e senza tempo, perché interpreti di questo ‘linguaggio universale’ arguto e dissacrante, ma mai blasfemo, che travalica ogni latitudine e colma ogni diversità etnica e socio-culturale spesso mortificata nella sua espressione, nell’ottica di edificare un’etica condivisa, quest’anno ha voluto dedicare la manifestazione ai ‘Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza‘. Ai Diritti fondamentali che dovrebbero essere riconosciuti e garantiti a tutti gli infanti. Ai Diritti che sono riferimento costante dell’UNICEF e sanciti da appropriate misure di natura legislativa. A quei Diritti che non necessiterebbero di alcun accordo sottoscritto, se solo si ricorresse ad un processo di rivalorizzazione morale. Ai Diritti che purtroppo molto spesso sono calpestati non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nel nostro, che pur si ritiene evoluto, da coscienze atrofizzate, con l’abietto sfruttamento del lavoro minorile, col maltrattamento, con la schiavitù, con l’abuso sessuale: violenze tutte queste che colpiscono infanti e adolescenti, strappandoli al loro ambiente naturale di crescita, ne limitano la libertà, ne distruggono i valori, ne accrescono la solitudine e apportano gravi turbamenti al loro sviluppo psico-fisico.
In questa prima serata la giovane orchestra di fiati ‘Paolo Ragone’ si è esibita in concerto insieme al Coro Polifonico ‘Dominicus’ di Soriano Calabro, diretto dal suo giovane maestro Gianfranco Cambareri, eseguendo la ‘Missa Brevis’ del compositore olandese Jacob de Haan, suddivisa in sei movimenti: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei, pertinenti alla liturgia cattolica e protestante. L’opera è stata eseguita pochissime volte in Italia e questa è stata la prima esecuzione della nostra regione.
Il Vescovo Mons. Milito nel suo breve intervento ha fatto presente come in questo tempo di Pasqua una sola parola spiega la ricchezza del Mistero, l’Alleluia che si traduce con ‘Lodate il Signore’, e che per mezzo dell’estro dell’uomo e dei doni che il Signore ispira a chi dà il grande carisma della musica, i maestri di coro riescono a tradurre queste parole in preghiera dello spirito. Quando la preghiera diventa contemplazione si traduce in musica. Pertanto se bisogna riconoscere il merito di chi compone brani splendidi, è importante riconoscere pure il merito di chi questi brani ce li fa gustare, traducendo i segni del pentagramma in elevazione dello spirito.
Il riferimento poi alla ‘missa brevis’ eseguita in questi vespri di una domenica di Pasqua che ci fa ripercorrere il mistero pasquale, ponendoci innanzi l’Agnello immolato che per il cristiano diventa momento e motivo di richiesta di perdono, ma anche esperienza di un cammino di risalita che si traduce in professione di fede espressa attraverso il Credo dell’opera, sicuramente il brano più bello.
All’interno di questo percorso di Cristo immolato a cui chiediamo perdono e che esaltiamo come Santo, il momento della Chiesa: l’aver iniziato con un brano del compositore del Rinascimento Pierluigi Palestrina a voci dispari, ci ricorda che la Chiesa al suo interno conosce diversità di persone, ma unità di sentimenti.
I ringraziamenti, infine, per questo momento che ha consentito ai presenti di continuare a pregare e contemplare quello che per il cristianesimo è l’evento più decisivo, la risurrezione del Signore, cogliendo la sua essenza attraverso il momento più bello, quello del lodare il Signore: al bravissimo coro Dominicus, il ‘Coro del Signore’, di Soriano Calabro, all’orchestra di fiati e ai maestri che sono riusciti a mettere insieme competenze diverse, ma capacità uniche e questo ci dice come è possibile che con tanta varietà si possa arrivare ad un unico intendimento, in questo caso ad un’unica preghiera.
Un ulteriore ringraziamento alle autorità che permettono di realizzare questi progetti, all’Amministrazione provinciale, all’Amministrazione comunale e chi si interessa di queste cose perché se si investe in cultura è sicuro che i soldi vengono sempre spesi bene. E infine il ringraziamento finale al Parroro, don Cecè Feliciano.
Catia Nicolaci