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01/Nov/16

Giubileo della Famiglia Salesiana a Rosarno

In una bellissima atmosfera di coinvolgimento spirituale, si è svolto Domenica 30 ottobre scorso a Rosarno il Giubileo della Famiglia Salesiana per la Diocesi di Oppido Mamertina e Palmi. I partecipanti si sono riuniti sul corso Garibaldi, all’interno della graziosissima chiesa della Trinità, recentemente restaurata, dove si sono raccolti in preghiera sotto la guida di don Pino Varrà, parroco della chiesa di San Giovanni Battista,  e Don Giuseppe Saccà, Vicario Foraneo per la zona di Palmi.

A prendere la parola per prima è stata Suor Marinella Gioia, direttrice della Comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice presenti a Rosarno dal 1945, che ha spiegato ai presenti l’importanza di essere lì riuniti, in attesa di varcare la Porta Santa. Don Giuseppe Saccà ha poi spiegato: «La Misericordia di Dio è presente in ogni luogo ed in ogni tempo, e si manifesta in due cose molto semplici, quotidiane: il Pane ed il Vino. Cristiano è chi vive in presenza perenne di Dio, mettendo in atto un atteggiamento di contemplazione». Per don Giuseppe, ciò si può vivere con maggiore intensità ponendosi ogni giorno qualche minuto in contemplazione di fronte al Crocifisso «in questo modo si potrà vivere a pieno un’esperienza tangibile della Misericordia di Dio». «La Misericordia – ha continuato il Vicario Foraneo – non è da tenere gelosamente per sé, ma da condividere, da manifestare, diventando testimoni della Misericordia di Dio. La Misericordia ha bisogno di testimoni viventi, è il tempo della chiesa di strada, che deve portare la Misericordia Divina a chi è solo, emarginato e, soprattutto, a chi è lontano da Dio». Concludendo, don Giuseppe ha sottolineato l’importanza dell’istruzione e dell’educazione: «Istruire ed educare è manifestare la presenza di Dio, padre di Misericordia. Forse questo bisogno è avvertito ancora più forte proprio oggi, un tempo in cui ormai quasi tutti hanno la possibilità di istruirsi, ma anche un tempo in cui manca l’educazione alla vita e se ne sente forte il bisogno».

A prendere la parola è stato poi don Pino Varrà, che ha esortato i presenti a «riflettere profondamente nel percorso di avvicinamento alla Chiesa Giubilare ed alla Porta Santa. Il perdono non è automatico attraversando la Porta, bisogna riflettere e, soprattutto, essere Misericordiosi con il prossimo, trasferendo e diffondendo intorno a noi la Misericordia, questo meraviglioso dono di Dio». Dopo il momento di raccoglimento spirituale, gli appartenenti alla famiglia salesiana sono usciti dalla chiesa della Trinità per formare il corteo che li avrebbe portati fino alla chiesa di San Giovanni Battista. In testa al corteo la giocosa e colorata manifestazione dei bambini, che nel percorso verso la Porta Santa hanno sventolato dei nastrini colorati.

Giunti in chiesa, si è assistiti alla Santa Messa presieduta dal Vescovo Francesco Milito. Il brano del Vangelo letto durante la celebrazione, l’episodio di Zaccheo e dell’entrata di Gesù nella sua casa, è stato preso in oggetto dal Vescovo durante la sua omelia. «Nel vangelo di oggi – ha spiegato Mons Milito – c’è il segno vero della pedagogia di Dio. Quando Gesù ha varcato la soglia della porta della casa di Zaccheo, egli ha vissuto il proprio personale Giubileo». Proseguendo, Mons Milito ha spiegato: «Il Signore ha scelto noi in questo giorno, abbiamo da compiere la sua volontà, da trasmettere la sua Divina Misericordia». E ancora: «Dio non abbandona mai ciò che ha creato, perché Dio crea con amore e per amare. I suoi figli sono frutto del suo smisurato amore, e quando è così è impossibile abbandonarli». «Zaccheo era odiato per il suo lavoro, quello dell’esattore delle tasse, ma ha sempre donato metà dei suoi averi ai bisognosi e ha sempre restituito quattro volte ciò di cui si era indebitamente appropriato. Capita talvolta – ha proseguito il Vescovo – come nel caso delle conversioni, che vi sia una folgorante illuminazione, un sentimento improvviso. Molto spesso però, come nel caso di Zaccheo, l’opera di Dio si manifesta poco a poco, come una lucina, una fiammella che pian piano si accende per diventare una luce intensa». Concludendo, Mons Milito ha auspicato che tutti i presenti possano diventare testimoni della Misericordia di Dio: «Chiederò al Signore che ci faccia la grazia di poter diventare tutti padri e madri di Misericordia, donatori della Misericordia che ci è data da Dio».

Ferdinando Panucci

 

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