Il Cammino Neocatecumenale secondo lo spirito dei suoi iniziatori Kiko Arguello e Carmen Hernandez è un itinerario di formazione al cristianesimo, uno strumento nelle parrocchie al servizio dei Vescovi per riportare alla fede tanta gente che l’ha abbandonata, come aveva affermato nel 1990 il papa San Giovanni Paolo II riconoscendo questa esperienza come “itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni”.
E questa è stata l’esperienza dei fratelli della prima comunità a Rizziconi che grati al Signore per i frutti di conversione che ha operato nella loro vita hanno voluto solennizzare questo giorno con un’eucaristia e con un’agape fraterna.
Nella sua omelia il Vescovo ha sviluppato due concetti. Il primo, il paradosso dell’avvento, traendo spunto dalla prima lettura del profeta Isaia nella pericope del trionfo di Gerusalemme (35,1-10) in cui vengono presentate tante situazioni di limite, negative che però cambiano grazie all’azione trasformatrice del Signore e così che ai ciechi si apriranno gli occhi, ai sordi si schiuderanno gli orecchi, la lingua del muto griderà di gioia, nel deserto scaturiranno acque e torrenti nella steppa.
Il secondo punto sviluppato da Sua Eccellenza: la fantasia della diaconia, riferendosi al brano del Vangelo della guarigione del paralitico (Lc 5,17-26) e all’azione di quegli uomini che per arrivare al Signore e presentargli i paralitico si ingegnano spingendosi fino a scoperchiare il tetto, cosa non facile nelle case di allora, calandolo così davanti a Gesù, che lo sana guarendolo prima dal suo peccato e poi dal suo male fisico.
Da qui l’invito a tutti i presenti a porre in atto questa fantasia della diaconia, cercando le persone, calandosi nei loro bisogni, che sono certamente problemi fisici, ma spesso anche problemi spirituali, morali in cui i cristiani devono far valere la forza della loro presenza consolante e così essere testimoni delle “cose prodigiose” che hanno visto con i loro occhi, perché hanno sperimentato nella loro vita la redenzione operata a partire dalla grotta di Betlemme.
Prima della benedizione il vescovo ha ancora esortato i fratelli del cammino ad essere sempre fedeli al Signore perché c’è sempre il rischio di tornare indietro rimpiangendo le cipolle d’Egitto e li ha invitata a partecipare alla solenne celebrazione per l’inizio dell’anno mariano che significativamente conclude gli anni vissuti nella nostra Diocesi, della fede, della carità e dell’unità, nelle braccia materne di Maria, Madre e Maestra, Regina di misericordia.
Cecè Caruso