News

05/Ott/17

Il ricordo di don Antonio Fazzolari ad un anno dalla sua partenza verso il Cielo

5 Ottobre 2016 – 5 Ottobre 2017

Ad un anno dalla partenza verso il Cielo di don Antonio Fazzolari, compianto sacerdote della nostra Diocesi che ci ha lasciato all’improvviso, riproponiamo un articolo di don Letterio Festa pubblicato sulla rivista del Pontificio Seminario Teologico ‘San Pio X’ di Catanzaro [Cor Cordium, Anno XI, n.2, Maggio 2017]

All’alba del 5 ottobre 2016, Don Antonio Fazzolari, sacerdote della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, all’età di 48 anni, chiudeva gli occhi all’esistenza terrena per aprirli alla vita eterna. Nella notte dell’Ultima Cena, Gesù, seduto a tavola con i suoi discepoli, mentre questi erano in discussione tra di loro su chi fosse il più grande, sorprendendo tutti si alzò, si tolse il mantello e, cingendosi il grembiule dei servi, si mise a lavare i piedi ai discepoli. «Ecco io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22, 27).
Amo pensare a Don Antonio come un prete che ha saputo raccogliere l’invito di Gesù nell’ultima cena. Egli, dopo la formazione spirituale e umana degli Studi filosofici e teologici del nostro Pontificio Seminario teologico regionale ‘San Pio X’ in Catanzaro, fu ordinato sacerdote nella Chiesa Cattedrale di Oppido Mamertina, il 26 agosto 2007, dal vescovo di venerata memoria, Mons Luciano Bux. Svolge il suo ministero dapprima come collaboratore parrocchiale nella parrocchia  ‘San Francesco di Paola’ in Gioia tauro, quindi fu nominato vicario parrocchiale nella parrocchia ‘Maria Ss. di Portosalvo’ in Gioia Tauro. Il 22 aprile 2009 fu nominato parroco della parrocchia di ‘Santa Maria delle Grazie e San Giorgio’ in Sinopoli fino al 1° agosto 2016, quando fu nominato parroco della parrocchia dei ‘Ss. Nicola e Fantino’ in Santa Cristina d’Aspromonte.
Il breve ministero di don Antonio, sacerdote a servizio di tutti, a disposizione di tutte le anime, non è passato invano, non ha svolto semplicemente il suo dovere di stato, ma ha interpretato la caratteristica principale che deve avere il sacerdote cattolico: una grande capacità di relazione. Lo stare in mezzo, l’essere crocevia di molte relazioni, l’essere animatore attento e premuroso di fattive collaborazioni: questo è il grande luogo spirituale del sacerdote-parroco. E questo non solo nei momenti ufficiali, ma anche in quelli personali, don Antonio è stato prete in confessionale, prete accanto al malato, confessore e guida spirituale, punto di riferimento e consigliere sicuro a cui rivolgersi nelle scelte importanti e nei momenti difficili. Egli è stato un prete cordiale umile, testimone disponibile e poco appariscente.
Così rapida è stata la sua partenza che ci pare ancora di vederlo, ci pare ancora di sentirlo e di conversare con lui, tanto ritorna vivo il suo ricordo in noi. Non a caso, il grande Sant’Agostino insegna: «I morti sono invisibili, non sono assenti». Limpida figura di sacerdote, la sua persona buona calma umile e sorridente attraeva ed incitava al bene. A lui, da con fratello e amico, sento il bisogno di rivolgere, ancora una volta un saluto fraterno e commosso.
Riposa in pace, carissimo don Antonio, noi non ci dimenticheremo di te. La scia che hai lasciato, solcando il mare di questa vita, è una di quelle scie luminose che il tempo non può e non deve cancellare. A Dio, Sacerdote di Cristo, continua a volare verso il Cielo dove ti attende, con la corona e il premio, il nostro Re divino, Sommo ed Unico Sacerdote Gesù Cristo, il Re della Luce e della Vita.
Don Letterio Festa
 
in allegato l’immagine della rivista originale.


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

AGENSIR news

Mattarella a Civitella in Val di Chiana: “Unità popolare intorno all’antifascismo”

Pace, libertà, democrazia. Da Civitella in Val di Chiana, dove ottant’anni fa fu perpetrata una “terribile e disumana strage nazifascista”, il Presidente della Repubblica lancia il suo messaggio per la [...]

Papa Francesco all’Azione Cattolica: “Fate crescere la cultura dell’abbraccio nella Chiesa e nella società”

“All’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico”. Ne è convinto Papa Francesco, che nel [...]