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05/Dic/19

31ª Giornata Mondiale contro l’AIDS – anno 2019

Anche quest’anno in occasione della Giornata Mondiale di lotta contro l’AIDS, la Casa di Castellace torna ad aprire le sue porte per riflettere su una tematica che porta in sé mille risvolti ma di cui paradossalmente non si parla più e che continua a mietere vittime.

La giornata mondiale contro l’AIDS, indetta per la prima volta il 1° dicembre del 1988 in occasione del Summit mondiale dei ministri della Sanità sui programmi per la prevenzione della malattia, nasce con lo scopo di sensibilizzare ed accrescere le coscienze.

Abbiamo voluto condividere alcuni momenti preziosi. Preziosi per l’importanza che ha il parlare ancora di questo tema, preziosi perché vissuti in un ambiente che vuole essere “casa”, un tema prezioso, che ci sta a cuore da sempre e non soltanto il primo dicembre.

Da sempre, il nostro scopo principale, è quello di accogliere persone affette da AIDS ed accompagnarle per un tratto della loro vita programmando per loro percorsi di riabilitazione e cura, lottando insieme a loro contro l’emarginazione e lo stigma. Ed ancora il nostro compito è quello di tenere i riflettori puntati e non abbassare la guardia su questa malattia.

Come ogni anno abbiamo voluto organizzare una manifestazione che coinvolgesse più persone possibili: gli alunni delle scuole, le parrocchie, le associazioni, gli ospiti e il personale delle altre strutture del nostro Ente.

Hanno dato il loro contributo i massimi esperti nel campo delle malattie infettive operanti in Calabria, il Dott. G. Foti Direttore Generale degli Ospedali Riuniti di  Reggio Calabria che ha relazionato su vent’ anni di collaborazione tra il reparto di malattie infettive e la casa di Castellace, sottolineando l’impegno, la cura e la dedizione di tutto il personale nei confronti di chi,  solo, emarginato e malato cerca rifugio perché non ha un posto dove andare e  nessuno che lo possa accudire. Ha inoltre sottolineato come la Casa di Castellace si è resa sempre disponibile ad accogliere tutti senza discriminazioni.

Il Dott. A.Vallone Primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Vibo Valentia, ha ampiamente illustrato agli studenti il tema della prevenzione. Con termini chiari e comprensibili ha parlato delle diverse modalità di contagio, soffermandosi più volte a ribadire che l’AIDS non è stata ancora sconfitta e per questo bisogna essere informati per evitare i rischi di infezione.

Altre figure impegnate, di alto livello professionale e sociale sono intervenute aggiungendo alla manifestazione il loro contributo.

Dai primi casi del 1981, sono oltre 35 milioni le persone che hanno perso la vita a causa di questa malattia, definita una delle peggiori pandemie della storia dell’umanità.

Questa giornata rappresenta un’occasione importante per promuovere e prevenire, fare assistenza, combattere i pregiudizi, sollecitare i governi e la società civile affinché vengano destinate risorse per la cura e le campagne di informazione che da troppo tempo non arrivano a coinvolgere e sensibilizzare la popolazione e soprattutto giovani e giovanissimi.

L’assenza di informazioni infatti produce un ritardo nella diagnostica, si stima che oltre 15 mila persone non sanno di aver contratto il virus, e più del 50% delle diagnosi avviene quando la malattia è già in fase avanzata.

All’inizio della manifestazione abbiamo distribuito ai partecipanti il “nastro rosso” che è il simbolo della consapevolezza, della solidarietà alle persone sieropositive e che unisce tutti nella lotta contro questa malattia.

Un altro momento toccante è stato quello in cui sono stati accesi dei lumini in memoria delle persone che con noi hanno condiviso un pezzo della loro strada e che non ci sono più.

Dall’anno scorso un lumino speciale brilla tra gli altri, quello del nostro indimenticabile Presidente don Bruno Cocolo che è stato per noi maestro e guida amorevole.

La manifestazione si è conclusa con un lancio di palloncini rossi come segno di speranza.

Il rosso è il colore che caratterizza questa giornata…rosso come l’amore e la passione di tutte le persone coinvolte…rosso come il sangue, per rappresentare il dolore causato dalla morte di tante persone…

Infine, rosso come segno di avvertimento da non ignorare, perche l’AIDS è uno dei più grandi problemi del nostro tempo.

 

Donatella Grillo e Lucia De Marte


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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